Lunedì 15 Aprile 2024

"Basta con i virologi: i veri comici siamo noi"

Enrico Bertolino in scena con lo spettacolo “In medio stat virus”: "Per ridere non su quanto è successo, ma su ciò che è stato detto"

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Enrico Bertolino: il comico, cabarettista e conduttore tv milanese compirà 61 anni il 4 luglio

di Piero Degli Antoni

Il titolo è chiaro: In medio stat virus. Enrico Bertolino il 12 luglio torna sulle scene (per ora in Friuli, poi la tournée è destinata ad allungarsi altrove) affrontando col suo instant theatre l’attualità. "Vogliamo ridere non su quello che è successo, ovviamente drammatico, ma su quello che si è detto. Credo che scherzando le ferite si rimarginino più velocemente".

E cosa è successo, dal suo punto di vista di comico?

"Nella prima fase c’era l’obbligo di stare in casa, bastava avere il lievito madre e un balcone ed eravamo contenti. Ma alcuni figli hanno scoperto di avere un padre. Chi è questo?, si sono chiesti. Ma io non lo voglio: rutta, russa, è ingombrante. Perché prima, tra palestra, aperitivi, cene di lavoro, non si incontravano mai: il padre tornava a casa quando il figlio era a letto, e il figlio si alzava quando il padre era già uscito".

Chi ha sofferto di più in questa situazione?

"Il misantropo. Quello che vuole stare per i fatti suoi, che andava sul balcone a fumare la sigaretta tutto solo. Sul balcone invece lo hanno costretto a cantare l’inno d’Italia, a suonare uno strumento, a dire “tutto andrà bene”".

Seconda fase. Ne usciremo migliori: un luogo comune?

"L’ha detto il filosofo Umberto Galimberti. Non tutti ne usciranno migliori, anzi gli str..zi saranno ancora più str..zi, perché devono recuperare il tempo perduto. Oggi per strada c’è più intolleranza, più arroganza. I cattivi non diventano buoni solo per lo spavento. Guardate cosa è successo con i medici: prima erano degli eroi, adesso sono tornati a essere dei cog... Prima i virologi li ascoltavamo come se fossero Nostradamus, oggi vengono scherniti. Alcuni sono più divertenti dei comici che li imitano: Matteo Bassetti si è fatto intervistare con la moglie su Chi. Fanno a gara per avere tre pagine su un rotocalco".

Vogliamo parlare delle vaccinazioni?

"Sì vax, no vax, siamo al terrapiattismo mentale. Il vaccino è appena stato inventato, dobbiamo rassegnarci a fare da cavie. Non lo fai? Bene, però stai a casa da solo".

Parlerà solo di virus?

"Tratteremo anche dell’estinzione di alcune specie, che ci riguarda da vicino. Dal cretaceo al cretinaceo. I dinosauri si sono estinti con lo stesso meccanismo della pandemia. Quando hanno visto che il cielo di oscurava per l’effetto del meteorite caduto sulla terra e gli si congelava il naso, hanno cominciato a menarsi tra di loro. Il brontosauro, che era il più stupido, è stato il primo a estinguersi: quando ha capito cosa stava succedendo era già congelato. Poi è toccato agli eterni indecisi, gli pterodattili: si chiedevano, siamo volatili o ungulati, carnivori o erbivori? Alla fine è rimasto solo il T-rex ma, come ha detto il Papa, da soli non andiamo da nessuna parte. Se si fossero uniti, i T Rex si sarebbero salvati".

È una metafora?

"Appena accennata, ma il pubblico la capisce subito".

Ormai non si parla d’altro che di resilienza...

"Se vai a dire questa parola a uno che lavora nei cantieri, ti dice che resiliente è il linoleum. Cosa c’entra la resilienza con la psicologia? Diciamo invece che siamo antifragili. Se invece vogliamo diventare del linoleum, basta dirlo"

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