Giovedì 25 Aprile 2024

Baryshnikov balla per Fabre La videoinstallazione dell’étoile

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La Biennale Danza 2021 si apre oggi a Venezia con tris di assi, primo fra tutti il direttore di questa edizione, l’inglese Wayne McGregor, che ha destinato il Leone d’Oro a Germaine Acogny, madre, madrina, maestra, faro del Centre International des Danses Africaines Traditionnelles et Contemporaines, nata in Benin nel 1944, già alla testa del Mudra Arique di Béjart, motore instancabile dell’École des sables, fondata a Toubab Dialaw presso Dakar a metà degli anni Novanta, dove nel 2020 si è montata la Sagra della primavera di Pina Bausch con un cast tutto africano. Tuttora danzatrice di magnifica presenza, la Acogny è di scena all’Arsenale con Somewhere at the Beginning À un endroit du début, solo autobiografico dove racconta il legame con la famiglia e la terra. Fino all’1 agosto però un altro evento catalizza il cartellone, Not Once con la terza stella in scena, Mikhail Baryshnikov, ormai "danzatore da camera" – dice di sé – protagonista di una videoinstallazione concepita da Jan Fabre. Racconta Baryshnikov, euro-americano perfetto: "Fabre mi ha visto in scena con Willem Dafoe in The Old Woman di Bob Wilson e mi ha coinvolto in questo progetto, sul suo testo Monologue for a Man del 1996, immaginando la relazione tra una fotografa manipolatrice e il suo oggetto. Ho accettato la sfida".

Elisa Guzzo Vaccarino

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