Mercoledì 24 Aprile 2024

Bambino vagabondo, poi medico premio Nobel L’incredibile Capecchi: tra il nazismo e l’America

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di Beatrice Bertuccioli

Durante gli anni della seconda guerra mondiale Mario Capecchi è un ragazzino affamato e solo, costretto a imparare in fretta il modo per sopravvivere, mendicando e rubando. Una storia, la sua, che parla di capacità di resistenza e di riscatto, perché quel ragazzino analfabeta diventerà un grande scienziato. E se i suoi studi in campo biomedico gli sono valsi nel 2007 il Nobel per la Medicina, la sua infanzia avventurosa meritava di essere raccontata.

È quello che fa Roberto Faenza nel film Hill of Vision (dal 16 giugno al cinema), con la ferma volontà di portare successivamente il film nelle scuole affinché i ragazzini di oggi possano prendere esempio dal coraggio e dalla forza di quel bambino di allora. Faenza e la produttrice Elda Ferri hanno incontrato più volte il professore Capecchi, oggi 84enne, a Salt Lake City, presso la cui università lavora da anni. "Una storia che può sembrare incredibile ma è la sua vera storia, come lui ce l’ha raccontata", sottolinea Faenza.

La madre di Mario, Lucy Ramberg (interpretata da Laura Haddock), è americana, originaria dell’Oregon, una poetessa antifascista, mentre il padre, Luciano Capecchi (Francesco Montanari), di Verona, è un fanatico fascista, pilota dell’Aeronautica militare. Non sono sposati e l’intesa tra i due finisce presto. Lucy va quindi a vivere con il piccolo Mario sul Renon, un altopiano vicino a Bolzano, ma quando lui ha soltanto cinque anni, lo affida a una famiglia di contadini del luogo. Mentre tenta di fuggire in Francia, Lucy viene catturata e portata nel campo di concentramento di Dachau.

"Mamma non ha mai voluto parlare di cosa le è successo durante la deportazione e per non farla soffrire, ho smesso di chiederglielo", dice Mario (il giovanissimo Lorenzo Ciamei). Ma dopo la cattura della madre, Mario lascia la casa dei contadini e inizia a vagabondare. Incontra una ragazzina, Frank, che porta con sé un bambino che non parla, e che chiama Fratello. Mario è felice con quella ragazzina forte, che si fa chiamare con un nome da maschio e che gli insegna a rubare per procurarsi da mangiare. Con i due nuovi amici, decide di andare a cercare il padre, a Reggio Emilia, ma l’incontro è traumatico e Mario scappa. I tre ragazzini vengono a quel punto presi e portati in un orfanotrofio e qui, durante un bombardamento, Frank muore.

Per Mario, convinto di avere già perso la madre, un immenso dolore. Non mangia, non parla più. Ma la guerra finisce e Lucy, appena liberata, si mette alla ricerca del figlio. "Per Mario, il momento in cui riabbraccia la madre, è il ricordo più bello", dice Faenza. Con il suo Mario, che finora non ha mai messo piede in una scuola, Lucy parte quindi per gli Stati Uniti e raggiunge il fratello Edward, uno scienziato affermato, che vive con la moglie Sarah in Pennsylvania, nella comunità Quacchera di Bryn Gweled (“Hill of vision“, la “Collina delle visioni“). Sono loro a prendersi cura di Mario mentre la mamma Lucy, segnata per sempre dalla deportazione, va a curarsi a Philadelphia. Questi zii, affettuosi e intelligenti, sono la fortuna di Mario, di cui capiscono le potenzialità a dispetto dei giudizi negativi degli insegnanti.

A Salt Lake City, nello Utah, oggi Capecchi (nelfilm interpretato da Lorenzo Ciamei, bambino e Jake Donald-Crookes, adolescente) vive in montagna, in mezzo a un bosco di abeti. "Ci ha detto che pensa sia stata la nostalgia del paesaggio montuoso dell’Alto Adige – racconta Elda Ferri – a fargli scegliere proprio quel luogo".

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