Giovedì 18 Aprile 2024

Registrata per la prima volta l’attività cerebrale dei polpi

Il progetto scientifico, finalizzato allo studio del cervello in generale, ha visto anche la partecipazione di ricercatori italiani

Il polpo ha un cervello di grandi dimensioni (credit: Pexels CC0)

Il polpo ha un cervello di grandi dimensioni (credit: Pexels CC0)

Perché organizzare uno studio per registrare l'attività cerebrale di un polpo? “Se vogliamo capire come funziona il cervello, i polpi sono l'animale perfetto da studiare per fare un confronto con i mammiferi. Hanno un cervello di grandi dimensioni, un corpo incredibilmente unico e capacità cognitive avanzate che si sono sviluppate in modo completamente diverso da quelle dei vertebrati”, è la risposta della dottoressa Tamar Gutnick dell'Okinawa Institute of Science and Technology (OIST), che ha coordinato il progetto.

Impiantato un dispositivo sottopelle collegato al cervello

La ricerca presentava una prima sfida di natura pratica: i polpi hanno infatti un corpo molle, quindi non hanno un cranio a cui ancorare l'apparecchiatura di registrazione per evitare che venga rimossa. Inoltre, hanno otto potenti tentacoli che possono raggiungere qualsiasi punto del loro corpo.

Per il loro progetto i ricercatori hanno allora pensato, dopo averli anestetizzati, di posizionare nel tessuto muscolare sottopelle di tre polpi dei piccoli dispositivi impermeabili per la registrazione, impiantando invece gli elettrodi in un'area del cervello ritenuta importante anche per l'apprendimento visivo e la memoria. Terminato l'intervento, i polpi sono stati riportati nella loro vasca di origine e monitorati tramite video: gli animali si sono ripresi già dopo 5 minuti e hanno trascorso le 12 ore successive dormendo, mangiando e muovendosi nella vasca, mentre veniva appunto registrata la loro attività cerebrale. Dopo di che dispositivi ed elettrodi sono stati rimossi e i dati raccolti sono stati sincronizzati con i video.

Un primo passo per futuri approfondimenti

I ricercatori hanno identificato diversi modelli distinti di attività cerebrale, alcuni dei quali erano simili per dimensioni e forma a quelli osservati nei mammiferi, mentre altri modelli comportavano oscillazioni lente e di lunga durata, mai descritte prima. Anche se non si è stati in grado di collegare questi schemi di attività cerebrale a comportamenti specifici desunti dai video, è convinzione degli autori dello studio che questo metodo di registrazione dell’attività cerebrale dei polpi possa essere ripetuto in futuro per indagare meglio il funzionamento di aree della cognizione tra cui l'apprendimento, la socializzazione e il controllo del movimento del corpo e dei tentacoli.

Il lavoro scientifico, i cui risultati sono stati pubblicati su Current Biology, è stato il frutto di una collaborazione internazionale tra ricercatori di Giappone, Italia, Germania, Ucraina e Svizzera. E sarà proprio il Dipartimento di Biologia dell'Università Federico II di Napoli a coordinare in un prossimo futuro gli studi di approfondimento partendo da queste prime registrazioni in assoluto dell’attività cerebrale dei polpi.  

 

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