Giovedì 25 Aprile 2024

Cosa mangeremmo se un asteroide colpisse la Terra

Saremmo in grado di sopravvivere a una catastrofe del genere? Risponde Philip Maughan in un articolo della Bbc

Asteroide (Fotowebrdc)

Asteroide (Fotowebrdc)

Roma, 17 settembre 2022 - A volte si pensa a cosa succederebbe se un asteroide colpisse la Terra. Soprattutto ora, dopo che pochi giorni fa una sonda della Nasa ne ha recentemente deviato uno. Philip Maughan, scrittore e ricercatore in ambito food, è andato un po' oltre. Mettiamo che il prossimo asteroide non lo riuscissimo a deviare e colpisse la Terra. Nonostante le nostre chance non sembrino molto promettenti, secondo Maughan saremmo in grado di costruire un nuovo sistema alimentare che ci garantirebbe la sopravvivenza. L'esperto racconta come tutto ciò potrebbe essere possibile in un articolo della Bbc

Maughan ritiene che ideare strategie di risposta a scenari post-apocalittici non abbia niente a che fare con il pessimismo o con un'ossesione dei disastri. E' un'esercitazione di 'storia futura', basata sulla ricerca; una pratica comune anche tra leader aziendali e strateghi militari, perché incoraggia la prontezza, ma richiede anche dell'immaginazione. 

Per prevedere cosa succederebbe nel caso di una catastrofe del genere, dobbiamo studiare gli eventi del passato, suggerisce Maughan. Quando l'asteroide Chicxulub colpì il nostro pianeta 66 milioni di anni fa, trasformò il fondo del mare in plasma e vaporizzò tutte le forme di vita entro un raggio di 2.400 km. Circa 25 trilioni di tonnellate di materiale dissotterrato entrarono nell'atmosfera, bloccando i raggi del sole. Quindi, in primis, il nostro problema principale sarà la mancanza di luce e il calo delle temperature. 

Scorte d'emergenza

La prima soluzione che potrebbe venirci in mente è preparare immense scorte d'emergenza. Durante la Guerra fredda il governo statunitense ha ordinato la produzione di numerosi prodotti alimentari con durate di conservazione lunghissime per prepararsi all'apocalisse nucleare, ma immagazzinare abbastanza cibo anche per un solo anno creerebbe dei serissimi problemi. Secondo le stime, le scorte alimentari già esistenti potrebbero sfamare il 10% della popolazione globale per 5 anni. Se i governi decidessero di adottare questa mentalità, dovrebbero produrre circa 1,6 miliardi di tonnellate di cibo a lunga conservazione all'anno. Ciò farebbe schizzare i prezzi, che diventerebbe una catastrofe in sé. Dunque, abbiamo bisogno di trovare modi per riprendere la produzione regolare dei generi alimentari anche dopo la collisione dell'asteroide. Philip Maughan ha alcune idee su come si potrebbe fare. 

Fattorie sotterranee

Nel nostro ipotetico caso catastrofico, gli abitanti di città come Ankara, Pechino, Mosca e Montréal avrebbero un vantaggio: questi posti hanno spazi sotterranei immensi che hanno diverse funzioni, dal trasporto al commercio. Oltre a dare rifugio alle persone, i tunnel potrebbero servire anche alla coltivazione di certe piante e funghi che sopravvivono anche in assenza di luce. Altre piante, che non potrebbero sopravvivere in queste condizioni, potrebbero essere spostate sull'equatore in serre. 

Cibo 'post-agricolo'

Con materie prime come petrolio, gas naturale, CO2 o le parti non commestibili delle piante, possiamo produrre proteine, zucchero e grassi 'sintetici'. L'anno scorso la Nasa ha consegnato tre premi scientifici a gruppi di ricercatori che sono riusciti a trasformare l'anidride carbonica in zucchero, creato per usare in missioni spaziali future. Gran parte degli impianti industriali attuali (che poi nel caso di una catastrofe del genere non sarebbero essenziali) potrebbero iniziare a produrre zucchero usando biomassa lignocellulosica. Inoltre, anche le vitamine E, A e B12 possono essere sintetizzate in laboratorio. 

Il mare

Al momento meno del 2% delle calorie che consumiamo vengono dai mari. È difficile prevedere cosa succederebbe alle grandi masse d'acqua, ma in tempi di emergenza dovremmo aumentare questo percentuale. L'acquacoltura andrebbe potenziata, soprattutto per quanto riguarda le piante che hanno poco bisogno di luce, come le alghe. Invece dei pesci, dovremo rivolgerci più ai molluschi, che sono ricchi di ferro e sono meno 'problematici'. 

Scenario irrealistico... o forse no?

Uno scenario simile è davvero molto improbabile. I ricercatori stimano che la probabilità di una collisione paragonabile a quella dell'asteroide Chicxulub (che estinse i dinosauri) è appena 0,000001%, e anche i recenti successi della Nasa nella deviazione di asteroidi sono promettenti. Ma prepararsi al peggiore non è mai inutile. Gli asteroidi non sono l'unico pericolo che dobbiamo affrontare, anzi: il cambiamento climatico, il bioterrorismo, l'inverno nucleare e tanti altri eventi potrebbero avere effetti molto simili. Per poter rispondere alle possibili condizioni avverse nel futuro ci sarà bisogno di un cambio di paradigma, di una mentalità più aperta che ci permetta di pensare al cibo e alla produzione agricola da un altro punto di vista.   

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