Martedì 23 Aprile 2024

Artemisia, i segreti del processo

Nella grande mostra a Londra verranno esposti per la prima volta gli atti: "Per lei fu un doppio stupro"

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di Riccardo Jannello

"Una grande donna-artista che i posteri hanno riconosciuto non solo per il valore pittorico, ma anche per la vita che l’ha fatta considerare l’antesignana delle femministe". Nella mostra che la National Gallery di Londra dedicherà ad Artemisia Gentileschi (3 ottobre-24 gennaio 2021) saranno esposti per la prima volta gli atti del processo per lo stupro subito da parte di Agostino Tassi nel maggio 1611. Un evento molto controverso. Ne parliamo con Maurizia Tazartes, storica dell’arte, che quelle carte le ha studiate e che su Artemisia (1593-1654), il padre Orazio e Tassi ha scritto articoli, saggi e libri.

Chi era Artemisia ai tempi dello stupro?

"Una giovane pittrice che a 18 anni viene violentata da un collega del padre Orazio, Agostino Tassi. Gentileschi e Tassi stavano lavorando assieme a Roma al Casino delle Muse. Lui frequentava la casa-studio del collega più anziano. Lo stesso Tassi era un pittore assai noto, formatosi a Firenze. Un quadraturista, come si diceva allora, e paesaggista molto valido".

Come nasce il rapporto fra Artemisia e Agostino?

"Sicuramente fra i due c’è attrazione, ma Tassi è tanto un ottimo pittore quanto un pessimo individuo. Frequenta prostitute, gente di malaffare e lui stesso ha sulla coscienza degli omicidi. Ma certo Artemisia è attratta da lui".

Dove e come avviene il fatto?

"A casa di Orazio. Siamo nel maggio 1611, e Tassi di quell’evento racconta molti particolari intimi, ma sempre affermando che Artemisia, molto bella, non era quella santa che il padre credeva".

Passano dieci mesi fra lo stupro e la denuncia, come mai?

"Artemisia spera sempre che possa nascere un rapporto fra loro, crede a un matrimonio, ma Tassi la illude soltanto. Intanto continua a lavorare con Orazio, fino a quando, nel febbraio 1612 fra Agostino e il collega cominciano i dissapori di natura economica che portano alla denuncia della violenza".

Quale era la natura della contesa?

"Agostino doveva avere 200 scudi da Orazio e questi decise di tirare fuori la storia dello stupro per denigrarlo e risparmiare i soldi".

Il processo come si svolge? Che cosa ci dicono le carte?

"Il processo è violento, con testimonianze molto crude. Artemisia viene sottoposta due volte a visite per dimostrare la violenza, deve sopportare vergogna e dolore. Ci sono testimonianze discordi, Tassi afferma di non avere deflorato la ragazza; il suo garzone, Nicolò Bedino, dice di avere visto Artemisia nelle taverne toccarsi con molti uomini, c’è chi la descrive alla stregua di una prostituta e altri parlano addirittura di un rapporto incestuoso col padre, che non è mai stato confermato".

Alla fine Tassi è condannato, ma non sconta la pena: come mai?

"Gode di grandi protezioni; ha committenze molto altolocate che premono perché continui a decorare i loro palazzi".

In mostra a Londra ci sono anche le lettere contenute nell’Archivio Frescobaldi. Che cosa ci raccontano?

"La scaltrezza di Artemisia. E la sua passionalità, ma anche il dolore per un figlio perduto. Sono 36 lettere scritte a Francesco Maria Maringhi, amante di Artemisia, 24 da lei e 12 dal marito, Pierantonio Stiattesi. La pittrice è molto passionale, lui si dice stanco dei tradimenti e ricatta l’uomo chiedendo soldi e piaceri. Poi lascerà la moglie nel 1623 per l’umiliazione".

Artemisia una donna senza scrupoli?

"Una donna molto forte, molto moderna".

E come Artemisia è diventata moderna?

"Con la mostra Women Artists 1550-1950 al County Museum of Art di Los Angeles nel 1976. Lì è nato il vero interesse attorno alla donna oltre che all’artista. Entrambe forti".

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