Venerdì 19 Aprile 2024

Arte e storia lungo l’Isonzo Una mostra a cielo aperto

Una mostra a cielo aperto lungo l’Isonzo. L’arte rilegge i luoghi della grande guerra grazie al Festival ’b#side the river’ che ha portato sulle rive del fiume goriziano dieci artisti e artiste per invitarli, durante la loro residenza, a produrre opere che raccontassero la memoria collettiva. Nei centri di Gradisca d’Isonzo, Monfalcone, Cervignano, Sagrado, Ruda, Redipuglia sono esposte le loro opere d’arte inedite. Gli artisti sono la slovena Đejmi Hadrovic, la neozelandese-cambogiana Lang Ea, la serba Andreja Kargačin, la turca Gülhatun Yıldırım, la svedese Ingrid Ogenstedt, la belga Nathalie Vanheule, l’italiana Marta Lodola, lo sloveno Boris Beja, la canadese Holly Timpener, l’olandese Deimion van der Sloot.

Tutte le opere confluiranno poi nelle due mostre in programma a Udine nel ’Bunker Antiaereo’ di Piazza I Maggio nel mese di ottobre , e a Trieste nella Sala Xenia (Riva 3 Novembre) dal 10 al 27 novembre. La mostra a cielo aperto parte idealmente da Gradisca con l’opera KA-BOOM!, una installazione di Land Art prodotta dall’artista neozelandese di origine cambogiana Lang Ea, allestita in Largo Porta Nuova, in prossimità delle mura storiche. L’opera riproduce l’ambiguità della guerra con riferimenti alla pop art, e simbolizza un’esplosione: il ruolo del colore, ambivalente, richiama quello del sangue versato nelle numerose battaglie dell’Isonzo, ma anche l’energia dell’universo che ricrea ciò che in guerra viene distrutto.

Realizzata attraverso la preparazione manuale di più di 600 pon-pon, l’opera è concepita per mutare forma con il tempo. L’artista serba Andreja Kargačin, 23 anni di Novi Sad, ha introiettato la lezione di indiscussi performer come Marina Abramović e Mladen Miljanović e la sua durational performance ’Sonata for a violin and cornfields OP. 1946’ cuce addosso al suo corpo nudo una corda di violino. La performance è fruibile negli spazi della Galleria d’Arte IoDeposito (Via Marziano Ciotti 42) di Gradisca ed è dedicata alla memoria della nonna materna, prodigio del violino e cittadina ungherese nella Jugoslavia del secondo dopoguerra. Ulteriore performance disponibile negli spazi di IoDeposito è quella dell’artista turca Gülhatun Yıldırım. La sua ‘Moon and Sun’ è stata un atto performativo lungo il fiume Isonzo.

L’artista è entrata nelle case degli abitanti e raccogliendo simbolicamente l’acqua dell’Isonzo ha raccolto anche le loro memorie. Così pure per Nathalie Vanheule, la cui performance ’All arms united’ coinvolge donne, ragazzi e bambini, i cui corpi hanno lascianto l’impronta su di un nastro trasportatore in cuoio. L’artista multidisciplinare svedese Ingrid Ogenstedt, utilizzando materiali organici trovati in loco, ha invece prodotto l’opera di Land Art ’Arco’ al Museo di Civiltà Contadina di Farra d’Isonzo.

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