Giovedì 25 Aprile 2024

Armani presenta Leo: "Preparo il futuro"

A fine sfilata saluta il pubblico con lo storico collaboratore: "Lui e Silvana i miei eredi. Le voci sull’ospedale? È vero, sono caduto"

Giorgio Armani con Leo Dell'Orco

Giorgio Armani con Leo Dell'Orco

MILANO - "Adoro sfilare dal vivo, e ho adorato tornare a sfilare qui in via Borgonuovo 21 dove tutto è cominciato. Sono stato il primo a chiudere al pubblico la sfilata nel febbraio dell’anno scorso e sono il primo a riaprire e lo faccio con estrema consapevolezza": Giorgio Armani racconta così l’impegno e l’emozione che ieri sera ha manifestato al mondo mandando in passerella nel cortile del palazzo dove la sua magnifica carriera di stilista e di imprenditore è cominciata. E aggiunge: "Sto preparando il mio futuro con le persone che ho accanto – dice Giorgio al termine della sfilata della collezione uomo, dove per la prima volta è uscito a salutare il pubblico insieme allo storico collaboratore Leo Dell’Orco – Leo è mio collaboratore da 67 anni, con la maturità è diventato più maturo ma anche – scherza – più testone. È bravo lui per l’uomo come Silvana per la donna".

Parole forti, autorevolissime, di un uomo che l’11 luglio prossimo compirà 87 anni e che non perde un attimo del suo tempo e della sua energia per onorare con passione il suo immenso lavoro. "Circolano voci che io sia stato in ospedale – racconta Armani – ed è vero. Venti giorni fa uscendo dal cinema, dove sono tornato dopo tanti mesi, sono scivolato e mi sono rotto l’omero sinistro. Sono stato operato, ecco i venti punti che mi hanno dato, e nonostante il dolore ho continuato a lavorare a questa collezione uomo e all’Armani Privè che sfilerà a Parigi tra dieci giorni".

Coraggio e vigore, mentre scosciano gli applausi dei soli 84 invitati al primo defilè. Sullo sfondo – dietro Giorgio e Leo – i modelli si mettono in posa per la foto sul prato del giardino. Un incanto, un evento che ancora una volta ti fa dire: come Armani non c’è nessuno. "Quando arrivo all’ultimo giorno prima della sfilata comincio a buttare via, perché la moda è anche sottrazione", spiega lo stilista mentre saluta il Sindaco di Milano Beppe Sala e il presidente della Camera Nazionale della Moda Carlo Capasa.

Al secondo defilè il parterre dei vip: Adrien Brody, Kate Bosworth, Jack Huston, Andrew Scott, Mario Martone, Tommaso Paradiso, Giovanni Malagò, Diodato. Blu e bianco per giacche e pantaloni dall’aria classica ma liberata e rilassata, giochi di camicie e gilet di seta uno sull’altro, gilet a petto nudo e dunque molto sexy, giubbotto di denim, sahariana di shantung.

Si chiude con questa sfilata dal vivo tutta da ricordare una Milano Fashion Week "viva e propositiva" come la definisce il presidente di CNMI Carlo Capasa.

Si sono distinti per eccellenza Ermenegildo Zegna disegnato da Alessandro Sartori, Tod’s col tocco contemporaneo di Walter Chiapponi, Prada con la modernità dello sportswear di tendenza di Miuccia Prada e Raf Simons, Etro con un defilè scintillante e struggente che ha omaggiato il viaggio dell’anima di Franco Battiato, il “Canone Infinito” dell’universo a tutta natura di MSGM di Massimo Giorgetti, il rilancio portentoso e colorato di Harmont & Blaine con la capsule poetica e grintosa di Andrea Pompilio, lo charme naturale e il gusto del bel vestire che sta tornando nella moda uomo di Brunello Cucinelli.

 

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