"È stata la prima e l’ultima volta che ho fatto l’attore", dice Dario Argento, a Cannes, poche ore dopo la prima mondiale di Vortex, il film di Gaspar Noé che è stato presentato, in priezione praticamente notturna, nella sezione Cannes Première, e che ha ricevuto un’accoglienza molto calorosa. Il film racconta il percorso di due anziani, lei travolta alla demenza senile, lui critico cinematografico che sta preparando un libro su cinema e sogno, su Fellini e Buñuel. Il vortice del titolo è quello della degenerazione, mentale e fisica, della coppia, della vita di lei, della vita insieme. Perché, Argento, la prima e l’ultima volta? "Perché avrei potuto farlo solo per un grande amico come Gaspar Noé. Un regista bizzarro, originale, interessante, mai banale. All’inizio, in realtà, non volevo farlo". E come la ha convinta Noé? "Dicendomi che sarebbe stato quasi tutto improvvisato. Mi ha dato la responsabilità di raccontare la vecchiaia a modo mio. La sceneggiatura erano una decina di paginette, niente di più. Il resto è nato tutto sul set. Mi ha dato carta bianca per inventare i dialoghi, e tutto è diventato molto vero". Ha qualche cosa di vero anche il fatto che, nel film, lei interpreti un critico cinematografico: il suo primo lavoro,negli anni Sessanta… "Sì, è una cosa che appartiene alla mia vita. Abbiamo girato una riunione di redazione con tutti i più grandi critici cinematografici francesi, ed è stata una scena bellissima, in cui abbiamo parlato di cinema a tutto campo. Poi quella scena è stata in gran parte tagliata, ma sono molto felice di aver parlato di cinema in quel modo". Ma come si è trovato a fare l’attore? Ci è voluto coraggio per mostrarsi a nudo, psicologicamente e un po’ anche fisicamente? "È stata un’avventura molto bella. No, non c’è stato bisogno di avere ...
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