Giovedì 18 Aprile 2024

Architetto e rivoluzionario Garatti, l’italiano di Cuba

La scomparsa a 95 anni del maestro milanese, premiato da Napolitano. Nel 1961 fu chiamato all’Avana per realizzare la Scuola nazionale delle arti

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L’ architetto e urbanista milanese Vittorio Garatti, progettista di fama internazionale, con importanti opere realizzate in Italia, Venezuela e Brasile e autore di alcuni degli edifici simbolo della Cuba rivoluzionaria, è morto giovedì 12 gennaio a Milano all’età di 95 anni. Dopo la vittoria della Rivoluzione cubana, l’architetto cubano Ricardo Porro invitò Garatti – che era nato a Milano il 6 aprile 1927 e si era laureato in architettura al Politecnico – e Roberto Gottardi a unirsi a lui, a Cuba, all’inizio del 1961. Garatti iniziò subito a lavorare all’Avana con Porro e Gottardi sul progetto della nuova Scuola nazionale delle arti, commissionata da Fidel Castro e Che Guevara, nell’ambito della politica educativa promossa subito dopo la rivoluzione.

Il complesso architettonico doveva sorgere in quello che era il quartiere più esclusivo dell’alta borghesia cubana, il Country Club. L’intenzione era di creare un centro culturale di dimensioni eccezionali, aperto ai paesi in via di sviluppo di tre continenti, ad appena 90 miglia dai simboli di quello che era definito l’"imperialismo americano". Nell’isola caraibica, a Garatti fu affidata la progettazione della Scuola di musica e della Scuola di balletto: ne nacque un complesso organico di mattoni e terracotta, con strutture a volta catalana, il cui progetto rifletteva l’ottimismo e l’esuberanza dell’epoca. Le scuole intendevano reinventare l’architettura, così come la rivoluzione sperava di reinventare la società.

La costruzione del complesso si interruppe però dopo la crisi dei missili del 1962, quando il blocco navale imposto dagli Stati Uniti costrinse a una diversa valutazione delle priorità economiche e produttive. La considerazione in cui era tenuta la Scuola delle arti subì poi una sorta di disgrazia ideologica, in conseguenza a un mutato orizzonte politico e culturale, che considerava l’utopismo architettonico, quale si era espresso nel progetto della Escuela, come politicamente scorretto rispetto allo stile costruttivo del funzionalismo sovietico che andava rapidamente diffondendosi nell’isola. L’intero complesso venne dunque abbandonato, con una graduale sparizione fisica, sommerso come fu dalla ricrescita della giungla, mentre Garatti finì per essere guardato con sospetto, e anche arrestato, per venti giorni, nel giugno 1974, con l’accusa di spionaggio, quindi costretto a lasciare l’isola.

Rientrato nel nostro Paese nel 1974, Garatti divenne professore di composizione architettonica presso la Facoltà di Architettura di Milano. Nel corso della carriera ha progettato e realizzato importanti opere come il complesso residenziale a Cusano Milanino nel 1975-76, la ristrutturazione del castello di Sartirana nel 1983-88, l’atelier Gianfranco Ferrè nel 1986, la ristrutturazione dell’Hotel Gallia Milano nel 1990. Nel 2012 fu premiato dal presidente della Repubblica Napolitano, con Porro e Gottardi.

Negli ultimi anni la Escuela è uscita dall’oblio, tanto che il complesso nel 2003 è stato inserito nella Tentative List dei Patrimoni dell’umanità dell’Unesco, nella categoria dei beni culturali, e nel 2010 è stato dichiarato Monumento Nazionale di Cuba. In Italia è stato inoltre creato il Comitato “Vittorio Garatti” che si propone, senza scopo di lucro, di raccogliere i fondi necessari per il recupero, la conservazione e il completamento delle scuole.

R.C.

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