Giovedì 18 Aprile 2024

Sotto l'Antartide una catena montuosa gigantesca

Una scoperta importante che spiega anche come mai i mari si stanno innalzando così velocemente

 - foto Ray Hems istock

- foto Ray Hems istock

Nell'Antartide occidentale, sepolte sotto la coltre di permafrost, ci sono catene montuose e valli lunghe centinaia di chilometri. Lo hanno scoperto il team di ricercatori di stanza nel continente di ghiaccio nell'ambito del progetto PolarGAP dell'Agenzia Spaziale Europea. Secondo gli scienziati questo potrebbe essere uno dei motivi che potrebbe contribuire al processo attuale dell'innalzamento dei mari. LE NUOVE MONTAGNE ANTARTICHE I ricercatori inglesi hanno utilizzato un radar in grado di penetrare nel ghiaccio e mappare l'ambiente subglaciale. Così facendo hanno constatato l'esistenza di tre valli che collegano due importanti regioni del continente antartico: la Calotta Occidentale e quella Orientale. La valle maggiore (chiamata Foundation Trough) misura 350 chilometri di lunghezza e 32 di larghezza. L'altra (valle di Patuxent) è lunga 320 km e larga 15. Poi c'è il più piccolo Rift Basin, 150 km per 30. LE CONSEGUENZE Queste catene montuose hanno un effetto importante sull'ambiente circostante: impediscono al ghiaccio dell'Antartide orientale di fluire attraverso l'Antartide occidentale e verso la costa. E dato che le calotte di ghiaccio (soprattutto quelle dell'Antartico Occidentale) si assottigliano a causa delle temperature di riscaldamento, la conseguenza è che la presenza di queste valli e catene montuose porterebbe a aumentare la velocità con cui il ghiaccio fluisce dal centro dell'Antartide ai suoi bordi. E quindi a un aumento dei livelli del mare. Lo spiega Kate Winter, l'autrice principale dello studio, pubblicato sulla rivista Geophysical Research Letters. "Questi nuovi dati PolarGAP ci forniscono intuizioni su come il paesaggio sotto il ghiaccio influenza il flusso di ghiaccio presente, ma anche una migliore comprensione di come le parti delle grandi calotte polari antartiche vicino al Polo Sud possano, e non possono, evolversi in risposta al cambiamento glaciologico intorno ai loro margini" spiega Fausto Ferraccioli di PolarGAP.
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