
Milano, 27 settembre 2023 – Vertigo. Tra matrimoni e primi posti in classifica l’anno febbrile che sta vivendo Annalisa, vera regina dei tormentoni estivi, sembra assumere risvolti da thriller davanti a un nuovo album intitolato ‘E poi siamo finiti nel vortice’ come quello che la cantante e autrice savonese pubblica venerdì, nell’attesa di ritornare ai live, ma su nuova scala rispetto al passato. Col supporto del nuovo singolo Ragazza sola, infatti, “Nali“ debutta il 4 novembre al Forum di Assago, anteprima di un tour nei palasport al via il 6 aprile 2024 da Firenze, con tappe nuovamente a Milano il 10, Bari, Napoli, Padova, Roma. Un bel vortice.
Iniziato lo scorso anno con Bellissima, il suo percorso è stato un crescendo continuo.
"La mia estate è andata decisamente oltre le aspettative. Credevo tantissimo nei brani che ho inciso, ma che ottenessero questi risultati no. A marzo ho fatto uscire Mon amour in piena ansia da prestazione al pensiero di quel che aveva fatto fino a quel momento Bellissima. Speravo confermasse quanto di buono fatto in quel pezzo e mi tenesse dignitosamente in classifica fino all’arrivo di Disco Paradise con Fedez e gli Articolo 31. E invece è ancora lì con quattro dischi di platino sulle spalle. Mai mi sarei immaginata che potesse avere una vita così lunga. Pazzesco".
Tre brani da playlist?
"Tra quelli non ancora conosciuti, Indaco violento, la canzone che contiene un po’ tutto di questo album, a cominciare dalla frase del titolo. Racconto questo abbandonarsi al vortice e lasciarsi trasportare dove vuole lui. Da ligure, nella mia testa questo indaco violento è il mare, la risacca. Metterei pure Euforia , uno dei pezzi più forti del disco, intenso, ma anche divertente, pieno di luci, ma anche di ombre. Ma in una ideale playlist metterei pure La crisi a Saint Tropez, perché è una parte importante di me che ho voluto mettere in questo album in cui senza vergogna svelo le mie incongruenze e qualche difetto. Un pezzo sulle incongruenze".
Ha una... canzone da parte?
"Una specifica per il Festival? No. Ma qualche buona idea di canzone su cui lavorare, volendo, sì. Credo che un pensiero su Sanremo si debba fare sempre, perché negli ultimi anni è diventato troppo importante in questo nostro mestiere".
Proprio all’Ariston con ‘Ti sento’ e altre cover eseguite negli anni ha dato prova di essere pure una valida interprete. Mai pensato ad un album solo in queste vesti?
"Interprete di canzoni storiche mi ci vedo e mi piacerebbe. Farlo di brani inediti altrui invece no, perché non è la mia storia, ho bisogno di un coinvolgimento diverso. Mettermi alla prova sui classici della musica italiana lo trovo stimolante, ma forse non è questo il momento".
Annalisa nei video è una nessuna e centomila.
"Il camaleontismo mi piace anche perché mi aiuta a raccontare meglio le canzoni. Negli ultimi anni ho seguito un processo di sottrazione che ha portato a un disco emblematico fin dal titolo: Nuda . Ora che avete visto quel che sono realmente, tutto quel che mi va di mostrare come immagine è spettacolo, la narrazione di storie. Possibilmente legato agli Ottanta perché ci sono nata e perché il mio mondo sonoro è quello lì".
C’è ancora un desiderio da realizzare?
"Vorrei tanto espatriare. Provare a reinventare i miei pezzi in inglese per provare a giocare la carta del mercato internazionale. Al momento, però, c’è solo un forte desiderio".
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