Giovedì 25 Aprile 2024

"Anna è il nome della speranza" Il nuovo miracolo di Ammaniti

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Le riprese di questa serie, Anna, creata e diretta da Niccolò Ammaniti, sono iniziate nell’ottobre del 2019, sei mesi prima dello scoppio della pandemia, e l’omonimo romanzo da cui è tratta è del 2015. Una premessa per sottolineare che non prende le mosse dall’attualità e che le assonanze col presente, pure innegabili, sono involontarie. I sei episodi, tutti disponibili su Sky e in streaming su Now dal 23 aprile, descrivono un mondo di orfani, gli unici sopravvissuti a un virus, “la rossa”, che uccide gli adulti. In una Sicilia post apocalittica, tra macerie di supermercati e nobili palazzi, con la natura che ha preso il sopravvento sulla civiltà, la 14enne Anna (Giulia Dragotto), lotta per sopravvivere con i fratellino Astor (Alessandro Pecorella), anche seguendo le indicazioni che la mamma le ha lasciato scritte nel “libro delle cose importanti”.

Racconta Ammanniti, premio Strega 2007 con Come Dio comanda, che desiderava da tempo riprendere in mano quel suo romanzo, per arricchirlo di personaggi e storie. La proposta di farne una serie, gliene ha dato la possibilità. E, dopo avere diretto alcuni episodi de Il Miracolo, suo precedente lavoro per Sky, ha voluto personalmente curare la regia di Anna. "È stato un lavoro molto lungo e faticoso – spiega Ammaniti –. Ma lavorare con i bambini è stata una gioia enorme per me, soprattutto perché non ho figli". Un racconto distopico anche di grande fascino visivo, una serie di notevole qualità, ma chissà se la gente, già quotidianamente bombardata da notizie su virus e contagi, avrà voglia di vederla. "Ma Anna parla di speranza", tiene a precisare Ammaniti. "La speranza è ciò che muove tutta la storia. All’inizio è offuscata ma piano piano emerge sempre più forte".

Beatrice Bertuccioli

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