Animazione, 'Il piccolo Nicolas' e il dramma dell'emigrazione italiana trionfano ad Annecy

Il più importante festival di cartoon del mondo ha assegnato i suoi premi e c'è spazio anche per una commovente storia italiana

Un momento di "Vietato ai cani e agli italiani"

Un momento di "Vietato ai cani e agli italiani"

Annecy (Francia), 19 giugno 2022 - Si è chiusa un'edizione dai grandi numeri del Festival internazionale di animazione di Annecy (cittadina francese dell'Alta Savoia): oltre 13mila accreditati provenienti da 106 Paesi in una settimana densa e piena di incontri e proiezioni di lungometraggi, cortometraggi, serie tv. Il tutto in parallelo con il grande mercato del Mifa, dove si sono incontrati i professionisti dell'animazione provenienti da tutto il mondo. Sale piene e lughe code per assistere alle proiezioni.

Una settimana cominciata con la prima mondiale del film "Minions: The Rise of Gru" (in italiano: Come Gru Diventa Cattivissimo) e terminata con la consegna dei premi. Tra i lungometraggi il primo premio, il "Cristal" è andato a "Le Petit Nicolas - Qu’est-ce qu’on attend pour être heureux?" (Il piccolo Nicolas- Cosa aspettiamo a essere felici?") di Amandine FredonBenjamin Massoubre. Non si tratta di una trasposizione animata del protagonista di fumetti e libri illustrati, ma del racconto, delicato e divertente, di come lo sceneggiatore René Goscinny (geniale autore di Asterix insieme ad Albert Uderzo)  e il disegnatore Jean-Jacques Sempé si sono conosciuti e hanno creato il personaggio nella seconda metà degli anni Cinquanta in Francia. Attraverso la nascita delle avventure raccontate in prima persona da questo bambino simpatico e vivace della scuola elementare, il film racconta l'infanzia dei due autori,  le loro aspirazioni da piccoli, i problemi, le difficoltà e i drammi che hanno dovuto affrontare. E', soprattutto, il racconto di una grande amicizia tragicamente interrotta nel 1977 dalla prematura morte di Goscinny a soli 51 anni. Un film davvero bello che speriamo sia presto possibile vedere nella versione italiana.

Toccante e davvero ben riuscito è il lungometraggio che ha vinto il premio della Giuria: "Interdit aux chiens et aux Italiens" ("Proibito ai cani e agli italiani"), un titolo che riporta una frase che tanti nostri connazionali si sono visti sbattere in faccia tante volte nel drammatico periodo delle emigrazioni in cerca di una vita migliore. Il regista di origine italiana, Alain Ughetto, racconta la storia della sua famiglia in un piccolo borgo piemontese, le condizioni dure della vita  nei primi del Novecento, la fame, le guerre, i lutti e la decisione di emigrare in Francia dove rifarsi una vita, ma sempre con l'Italia nel cuore. Un racconto commovente, ma con umorismo, accompagnato dalle musiche di Nicola Piovani.

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