di Giovanni Bogani Dialoghi geniali, leggeri, enigmatici. Simmetrie, prospettive centrali. Interni color confetto. È lo stile di Wes Anderson, l’autore di Grand Budapest Hotel, vincitore di quattro Oscar, e dei Tenenbaum. Il suo attesissimo ultimo film, The French Dispatch of the Liberty, Kansas Evening Sun, è stato presentato in prima mondiale ieri, in concorso al festival di Cannes, accolto da un’ovazione interminabile. The French Dispatch – che arriva a tre anni dalla pellicola d’animazione L’isola dei cani – è uno di quei film che erano già pronti per l’edizione di Cannes del 2020, annullata per Covid. Ora è il film di punta nel plotone delle pellicole Usa, con il suo cast all stars impressionante, che annovera nuove entrate nel gruppo di attori-feticcio di Anderson: a Bill Murray, Owen Wilson, Adrien Brody, Willem Dafoe, Edward Norton, Anjelica Huston, Saoirse Ronan, Léa Seydoux, Frances McDormand e Tilda Swinton (che è già al lavoro in Spagna anche sul segretissimo nuovo film del cineasta) si sono andati ad aggiungere, tra gli altri, Benicio Del Toro, Timothée Chalamet (inseguito sul tappeto rosso del Festival dal delirio dei fan), Christoph Waltz. Ambientato nella immaginaria redazione francese di un giornale americano del Novecento, The French Dispatch viene definito dallo stesso Anderson "una lettera d’amore ai giornalisti". Da tempo di casa a Parigi, qui a Cannes il regista texano era stato l’ultima volta nel 2012 con Moonrise Kingdom, in cui recitavano – tanto per ribadire l’eccezionalità del legame che si crea negli anni tra il cineasta e i suoi attori – Murray, Norton, la McDormand e la Swinton. Del suo nuovo film Anderson dice: "Mi sento fortunatissimo per aver raccolto questo cast. Con molti di loro lavoro da tempo, e hanno accettato di venire sia pure per brevi apparizioni. Ma non sapevo come avrebbero reagito alla mia proposta ...
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