Giovedì 18 Aprile 2024

Amore e guerra Il segno di Rosetta Loy

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"Le strade di polvere, La parola ebreo, Cioccolata da Hanselmann, La prima mano, Gli anni tra cane e lupo... sono i tuoi titoli che ho più amato, che il viaggio ti sia lieve": questo il messaggio con cui la figlia scrittrice Margherita ha annunciato ieri la scomparsa – avvenuta sabato sera – di Rosetta Loy, autrice di numerosi amati romanzi, 91 anni (era nata a Roma il 15 maggio 1931).

La memoria della guerra, il valore della storia, l’assunzione delle responsabilità erano nelle sue opere un elemento fondamentale. Lasciò il segno già all’esordio: scelse un cognome d’arte, Loy, quello del primo marito Giuseppe, fratello del regista Nanni, e con il romanzo del ’74 La bicicletta (Einaudi) vinse il Viareggio opera prima, con la “benedizione“ di Natalia Ginzburg. La sua opera più famosa arriva nell’87: Le strade di polvere (Einaudi), premio Campiello e Viareggio Répaci, tradotto in molte lingue. All’Olocausto dedica due romanzi: Cioccolata da Hanselmann (Rizzoli), premio Grinzane Cavour, e La parola ebreo (Einaudi, 1997), dolorosa denuncia dell’indifferenza della sua prestigiosa famiglia, cattolica, romana, che pur non avendo aderito al fascismo non reagì dinnanzi alla promulgazione delle leggi razziali e alla rovina dei vicini, i Della Seta, i Levi.

Ebbe una lunga relazione con il critico Cesare Garboli, a cui è dedicato il libro più recente, Cesare (2018). Nel 2017, il Campiello alla carriera. Una curiosità: il titolo del fim dei Dardenne Rosetta, è dedicato a lei.

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