Giovedì 25 Aprile 2024

Allarme Wwf: “Rifiuti di plastica, superato il limite planetario”

Secondo il rapporto degli ambientalisti, presentato in occasione della Giornata mondiale dell’ambiente, il rischio è che fra 30 anni nei mari ci siano più plastiche che pesci

Nel mezzo dell’Oceano Paciico c’è già un’immensa isola di plastica. E’ il great Pacific garbage patch, (in italiano grande chiazza di immondizia del Pacifico o anche isola di plastica) è una regione di accumulo di rifiuti (in particolare di materiali plastici) galleggianti situata nell'Oceano Pacifico, approssimativamente fra il 135º e il 155º meridiano Ovest e fra il 35º e il 42º parallelo Nord.

Fino a 22 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica entrano in mare e altrettanti sono abbandonati sulla terra ogni anno, in gran parte plastica monouso, e l'Italia è tra i peggiori Paesi inquinatori che si affacciano sul Mediterraneo.

La plastica è fra le maggiori cause di inquinamento
La plastica è fra le maggiori cause di inquinamento

Lo afferma il Wwf nel report "Plastica: dalla natura alle persone. È ora di agire” indicando che “l'inquinamento da plastica in Natura ha superato il 'limite planetario’ oltre il quale non c'è la sicurezza che gli ecosistemi garantiscano condizioni favorevoli alla vita”. La ong chiede al governo “di estendere la raccolta differenziata ai prodotti in plastica di largo consumo”.

Oggi, ricorda il Wwf nella Giornata mondiale dell'Ambiente dedicata quest'anno alla lotta alla plastica, la produzione di plastica è responsabile di circa il 3,7% delle emissioni globali di gas serra e questa percentuale potrebbe aumentare fino al 4,5% entro il 2060, se le tendenze attuali continueranno senza controllo.

La Ong osserva che "siamo circondati da prodotti come sedie e arredamenti in plastica, penne, spazzolini, giocattoli, pettini, spugne, bacinelle e molto altro, che la regolamentazione attuale non ci permette di riciclare” e quindi finiscono in discarica o a recupero energetico. Per questo l'associazione ambientalista chiede al governo di “andare oltre il riciclo dei soli imballaggi”. I danni per specie e salute umana sono (quasi) irreversibili, rileva il Wwf secondo cui “la plastica deve essere gestita in maniera più efficace ed efficiente, coordinata e integrata, coinvolgendo tutti gli attori (dalle istituzioni, alle aziende, fino alle persone e alle città in cui vivono) e agendo in tutte le fasi - dalla sua produzione, al suo impiego e fino allo smaltimento”.

Approfondisci:

Il 5 giugno è la Giornata Mondiale dell’Ambiente: ecco le priorità

Il 5 giugno è la Giornata Mondiale dell’Ambiente: ecco le priorità

A fronte di una produzione in costante crescita, la plastica ha tassi di riciclo inferiori al 10% a livello globale, scrive il Wwf rimarcando che "entro il 2050 la quantità totale di plastica prodotta si è calcolato che potrebbe triplicare, con conseguente aumento dell'immissione di rifiuti di plastica nell'ambiente: 12 miliardi di tonnellate di plastica potrebbero finire in natura. Se accadrà, tra 30 anni nel mare ci potrebbero essere più plastiche che pesci”.

La soluzione secondo il Wwf è l'economia circolare e serve agire sui primi tre livelli della scala gerarchica dei rifiuti: la prevenzione, il riuso e il riciclo.

In Italia ogni anno gettiamo 4mila tonnellate di plastica solo con il consumo degli spazzolini da denti. Un quantitativo importante di plastica che oggi non viene riciclato e non contribuisce a creare nuovi oggetti. Lo afferma il Wwf che in occasione della Giornata mondiale dell'Ambiente pubblica il nuovo rapporto "Plastica: dalla natura alle persone. È ora di agire”.

La Ong spiega che «se potessimo riciclare una sedia da giardino potremmo ottenere fino a 2,8 chili di plastica riciclata, come riciclare 93 flaconi dello shampoo; con il riciclo di una bacinella per i panni potremmo ottenere fino ad un chilogrammo di plastica riciclata, come riciclare 500 tappi delle bottiglie dell'acqua; con un trasportino per gatti potremmo ottenere fino a 900 grammi di plastica riciclata, l'equivalente di riciclare 30 vaschette per le albicocche”.

Sono tutti oggetti che finiscono in discarica o a recupero energetico, ricorda la Ong Secondo il Wwf, "è evidente che se aumentassimo il riciclo rendendolo più efficiente e riciclando più tipologie di prodotti oltre agli imballaggi, potremmo dare vita a molte più cose con la plastica riciclata, risparmiando molta più materia prima e molte più emissioni di CO2”.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro