
Francesco Zavattari è uno dei più dinamici artisti contemporanei a livello internazionale
Vulcanico, poliedrico, instancabile. Francesco Zavattari è un artista che vive immerso nella contemporaneità di un mondo rapido, fugace, complesso. Ma lui, lucchese, è sempre riuscito a rimanere agganciato alla realtà attraverso la sua creatività. Oggi, come vent’anni fa. Quando per la prima volta, ebbi la fortuna di intervistarlo sulle pagine de La Nazione di Lucca. E non a caso: aveva appena concluso gli studi d’arte e già esponeva in giro per la Toscana. Mi ha chiesto di dargli del ’tu’ ed eccezionalmente rispondo alla sua richiesta, contravvenendo alla regola giornalistica che impone nelle interviste l’uso del ’lei’. Il lettore, ci perdonerà.
Francesco, Lucca è la tua città natale. Quanto incide il legame con le origini e con l’arborato cerchio nella tua arte? "Vedi Diego, Lucca è stata, è e sarà sempre fondamentale nella mia vita e nel mio lavoro. Più arricchisco la mia esperienza a livello globale, più Lucca diventa un elemento distintivo della mia cifra e della mia firma. Sono molto orgoglioso di essere una sorta di ambasciatore naturale, perché in ogni attività – che sia espositiva, installativa o di dialogo con il pubblico nel mondo – sottolineo sempre la bellezza e l’importanza del luogo in cui sono nato, mostrando il più possibile esempi della mia opera in relazione a Lucca stessa".
Hai esplorato ogni ambito delle arti figurative e non. Quali sono i contesti in cui ti sei mosso con maggiore forza in questi anni e cosa rimane di ciascun momento formativo? "In realtà, più che una ricerca dell’ispirazione, vivo un flusso costante di essa e la vera sfida è trovare il miglior modus esprimendi. Tendo alla poliedricità, che per me, non è una semplice ambizione esibizionistica, ma una necessità espressiva: più ambiti riesco a toccare, più riesco a dare forma e vita alla mia ispirazione. Questa è la mia vera ossessione, ricercare la bellezza e proporla agli altri. Negli ultimi anni, la mia fotografia è cresciuta, riconosciuta a livello mondiale. La pittura, la grafica, il marketing, le installazioni e, di recente, il lavoro con l’intelligenza artificiale sono campi in cui ho investito molto. Ma, il vero core del mio lavoro è comunicare, perché è lo strumento più potente per arrivare da tutti".
Hai in piedi un progetto che si propone di restituire al pubblico atmosfere e memoria di realtà museali attraverso scatti originali. Qual è la genesi? "Nel 2019 mi trovavo allo Speelklok Museum di Utrecht e scoprii il potenziale di immortalare musei con la sola macchina fotografica, senza supporti aggiuntivi. Da quel momento ho ricevuto inviti da prestigiose realtà di tutto il mondo, come il Cinema Museum di Londra, la Casa del Cinema e la Casa di Pirandello a Roma, l’Hospital de Bonecas a Lisbona e, più di recente, tre iconici musei a Phoenix durante l’American Tour 2024. Questi progetti hanno consolidato il mio approccio unico, trasformando ogni scatto in una narrazione autentica e coinvolgente".
Muoversi nel mondo dell’arte non è facile. Come sei riuscito a uscire dal guscio e ottenere una ribalta che oggi è più che mai globale? "Sono un appassionato dei discorsi di Churchill, in particolare quando disse che non aveva nulla da offrire se non “sangue, fatica, lacrime e sudore” e che l’obiettivo era la vittoria, a tutti i costi. Credo che questo principio si applichi a ogni ambito della vita: il successo arriva solo attraverso fatica e perseveranza. Ho sempre tenuto in considerazione i gusti del pubblico, senza mai rinunciare alla mia indipendenza artistica. Ho scelto di fare solo mostre personali, credendo nei miei progetti.
Le tue emozioni cromatiche e la voglia di scoperta ti hanno portato fino in Cina. L’Oriente ti ha stregato e tu hai stregato l’Oriente, non è così? "Lavoro con la Cina da molti anni, ma è stata la partnership con Cromology e VeryLux a portare il connubio a un livello straordinario. L’amore del pubblico cinese per il Made in Italy e per la mia persona mi ha reso riconoscibile, specialmente grazie alla mia stessa presenza visiva in oltre 500 showroom VeryLux in tutto il Paese, sui treni, sugli aerei, in vari luoghi pubblici..."
Da Lucca alla Cina e adesso anche una personale, dopo 22 anni di carriera, a Tribeca, nel cuore della Grande Mela. Con che spirito ti prepari ad affrontare questa grande sfida? "Posso essere onesto? Al momento non vivo ancora l’emozione adeguata a un simile traguardo. Mi sento simile a un astronauta in missione che forse vive e comprende meglio ciò che ha fatto dopo essere atterrato di nuovo sulla Terra. Ringrazio di cuore la curatrice della mostra Hope Pallis. È un sogno che si avvera".