Mercoledì 24 Aprile 2024

Gli alimenti ultra-elaborati fanno male due volte: alla salute e al pianeta

Snack, merendine, bevande zuccherate, pasta e pizza già pronte, biscotti e dolciumi: oltre a far male alla salute hanno un impatto negativo sull’ambiente

Cotolette di pollo confezionate

Cotolette di pollo confezionate

Il modo di alimentarsi si sta velocemente uniformando in tutto il mondo, con gli alimenti ultra-elaborati – realizzati a livello industriale con ingredienti di base arricchiti con additivi – che stanno diventando la base nutrizionale anche per i paesi in via di sviluppo. Oltre a non essere troppo salutari, questi alimenti, secondo uno studio scientifico pubblicato sulla rivista BMJ Global Health, avrebbero effetti negativi anche sugli ecosistemi vegetali del Pianeta, provocando una drastica diminuzione delle piante commestibili e un aumento dei gas serra e dei rifiuti. Gli effetti negativi della nuova alimentazione globale Snack, merendine, piatti pronti da riscaldare al microonde, prodotti a base di carne e pesce, biscotti, dolciumi confezionati, bevande analcoliche zuccherate e tutti i prodotti di origine industriale stanno diventando sempre più diffusi a livello globale. Anche i paesi in via di sviluppo, nei quali solo qualche anno fa questi alimenti quasi non esistevano, stanno introducendo nella dieta quotidiana una sempre maggiore quantità di prodotti lavorati, incoraggiati dai prezzi bassi. La diffusione di queste modalità di alimentazione – secondo quanto denunciato dagli autori dello studio, i ricercatori dell’Università di San Paolo in Brasile, Harward negli Stati Uniti e Deakin in Australia – oltre a un impatto negativo sulla salute degli esseri umani, sta causando anche danni ambientali al pianeta. L’utilizzo di prodotti industriali sta danneggiando la biodiversità agricola del Pianeta, con gravi danni alla varietà di animali, piante e microrganismi utilizzati direttamente o indirettamente per l'alimentazione e l'agricoltura e uno sfruttamento intensivo delle risorse poco sostenibile. La produzione di piante commestibili è calata Secondo lo studio, la diversità genetica delle piante utilizzate per il consumo umano è crollata negli ultimi anni. Anche se più di 7.000 specie di piante commestibili sono utilizzate dagli esseri umani, già nel 2014 solo 200 di queste specie hanno avuto una produzione significativa, con ben il 66% della produzione agricola mondiale concentrato su solo nove colture. Basta pensare – sottolinea lo studio – che fino al 90% dell'apporto energetico dell'umanità proviene da sole 15 piante coltivate e più di quattro miliardi di persone si affidano solo a tre di esse: riso, grano e mais. Una ricerca che ha preso in esame 7.020 alimenti ultra-elaborati venduti nelle principali catene di supermercati brasiliane, ha fatto emergere come la maggior parte di questi prodotti erano realizzati sfruttando solo 5 ingredienti principali: la canna da zucchero (52,4%), il latte (29,2%), il grano (27,7%), il mais (10,7%) e la soia (8,3%). La conseguenza principale è una dieta poco diversificata e carente di molte sostanze necessarie per la salute. La produzione alimentare di ultra lavorati – spiegano nelle conclusioni del paper gli scienziati - utilizza una grande quantità di risorse naturali come terra, acqua, energia, erbicidi e fertilizzanti, causando il degrado ambientale derivante dalle emissioni di gas serra e l'accumulo di rifiuti di imballaggio.

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