Giovedì 25 Aprile 2024

Alessandro è il Medici che incarna totalmente il dna delle mie radici

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di Letizia Cini

"Da bambina ho letto molto: mentre i miei compagni giocavano, me ne restavo in classe con un libro in mano. Per il colore della pelle? Diciamo che avere radici africane in una cittadina piccola, non aiuta". Discriminazione o di diffidenza, questo ha contribuito a rendere Daphne di Cinto più forte e fiera delle sue radici. Tanto che oggi, da attrice nella serie targata Netflix Bridgerton, è anche l’apprezzata regista e sceneggiatrice che si è aggiudicata il premio per il miglior cortometraggio all’Integrazione Film Festival di Bergamo grazie allo short movie legato al tema della multietnicità.

"Si tratta della storia di Alessandro de’ Medici, il primo capo di Stato nero dell’Europa Occidentale, anche se qualcuno tenta di cancellare la sua memoria" spiega la regista e attrice.

In che modo?

"Ogni volta che intervengo su Wikipedia per aggiornare il paragrafo sul Moro alla luce delle tante fonti disponibili, qualcuno elimina il testo inserendo che il soprannome era dovuto esclusivamente alla sua carnagione olivastra".

Dopo un passaggio in Italia per ritirare il prestigioso riconoscimento (da anni vive e lavora a Londra) e una sosta al Festival di Cannes, mentre era in Toscana Daphne Di Cinto ha annunciato anche la volontà di tradurre in serie il suo fortunato corto, dal titolo “Il Moro“, appunto: una serie vera e propria, incentrata sul primo Duca di Firenze mixed-race.

Come mai Alessandro De’ Medici la attrae?

"Ho voluto raccontare la storia di un personaggio storico italiano pressoché dimenticato per il suo background misto, come il mio (la madre della regista è delle isole Seychelles, ndr.): anche la mamma di Alessandro era una donna afro-discendente tenuta in schiavitù al servizio della famiglia de’ Medici. Il padre era Papa Clemente VII (al secolo Giulio de’ Medici): mi ha incuriosito il fatto di non aver mai saputo nulla su di lui, così ho iniziato a fare qualche ricerca e… non ne sono più uscita".

Ed è proprio con il Moro che ha iniziato la carriera dietro la macchina da presa.

"Sì, è stata la mia prima regia e confesso di aver trovato molto stimolante poter creare un parallelismo con l’Italia di oggi, sollevando la questione su chi possa o meno definirsi italiano. Quando ho studiato la vicenda di Alessandro de’ Medici mi è sembrata di un’analogia eclatante con la realtà e con il mondo di oggi. Forse con l’Italia in particolare, perché è una storia italiana che non si conosce e che dice così tanto del nostro Paese. Soprattutto mi lascia sgomenta che, nonostante storie come quella di Alessandro, in Italia c’è ancora chi ha dei dubbi sullo ius soli. Mi verrebbe da chiedergli: ’Ma se cinquecento anni fa il Duca di Firenze era afro-italiano, qual è il problema oggi?’".

Attraverso le colonne del quotidiano La Nazione e del canale Luce (www.luce.lanazione.it) ha anche inviato una richiesta al sindaco di Firenze Dario Nardella. Che è stato accolta...

"Sì (sorride, ndr.), è proprio nell’ufficio del primo cittadino, la sala di Clemente VII, che ci sono alcuni dipinti che ritraggono Alessandro de’’Medici. Il mio sogno è sempre stato quello di poterli vedere: figlio naturale di Lorenzo duca d’Urbino, col favore dello ’zio’ Clemente VII (che in realtà era il suo vero padre), papa della Chiesa cattolica dal 1523 alla morte, il Moro ottenne, dopo la caduta della Repubblica fiorentina (1530), il titolo di Duca (1531). Recentemente i suoi resti, conservati alle Cappelle medicee, sono stati esumati: un altro grande desiderio sarebbe quello di poter condividere con gli studiosi gli esami effettuati sulle spoglie mortali di Alessandro, per poter sciogliere alcuni degli interrogativi collegati alla sua origine".

Interpellato, il sindaco Nardella ha risposto che sarà lieto di ospitarla per farle vedere la Sala di Clemente VII, contenta?

"Una gran bella notizia! Bella, bella.Ci sarà da organizzare, ed è probabile che l’incontro avverrà a luglio. Non vedo l’ora di riprendere il racconto di questo ragazzo afro-discendente che nasce figlio di una donna tenuta in schiavitù, ma fa parte della famiglia Medici e riesce nonostante tutto a diventare il primo Duca di Firenze".

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