Roma, 13 giugno 2025 – Dedicato a Penelope Maria. La figlia che ancora non c’è… ma c’è. “Sentirmela dentro mi dà un senso di grande benessere unito alla consapevolezza di sapere finalmente chi sono”, racconta Alessandra Amoroso, 38 anni e pancione di 6 mesi, all’indomani del concerto a Caracalla tenuto tra l’entusiasmo dei fan e dei colleghi che l’hanno festeggiata in occasione dell’uscita di Io non sarei, il nuovo album prodotto da Zef sul mercato oggi e del lancio di quel Fino a qui Summer Tour ripreso dalle telecamere di Canale 5 che lo trasmetterà a lieto evento avvenuto.

“Finisco il tempo il 9 settembre, ma l’ostetrica mi ha detto che, trattandosi di primo parto, la mia piccola potrebbe nascere qualche giorno prima o dopo”, dice lei – attesa pure a Ferrara il 26 giugno, Cernobbio il 20 luglio, Marsciano il 26, Forte dei Marmi il 2 agosto - in scena a condividere gli umori della calda notte romana con Gigi D’Alessio, Big Mama, Giorgio Panariello, Fiorella Mannoia, Serena Brancale, Annalisa.
Ha introdotto Forza e coraggio parlando della condizione lavorativa femminile.
“Purtroppo, qui da noi le donne che decidono di mettere al mondo dei figli sono tutelate fino a un certo punto e questo può portarle a vedere la gravidanza non come un fatto naturale, ma come un rischio per il loro lavoro. La mia è una situazione privilegiata, ma non per tutte è così”.
Una presidente del Consiglio donna e madre, come ricorda spesso, potrebbe fare qualcosa?
“Non ho il numero di telefono della Meloni, ma uso il mio palco per dare voce alle donne che vivono questa condizione”.
A proposito del titolo Io non sarei, lei cosa “non sarebbe”?
“Non sarei diventata la donna che sono senza l’esperienza fatta nel tempo. Soprattutto agli inizi, non mi sentivo di meritare quel che stavo vivendo; mi autogiudicavo, mi auto-boicottavo, perché non riuscivo a godermi quel che mi stava accadendo. Alla fine, ho smesso di farmi la guerra, mi sono abbracciata e mi sono detta: Sandrina, tutte le scelte che ti hanno portata fin qui le hai fatte tu… quindi, una pacca sulle spalle, ogni tanto, dattela!”.
Tra i momenti delicati di questo suo percorso c’è stato pure Sanremo 2024.
“Nel conflitto con me stessa l’esperienza del Festival mi ha insegnato qualcosa d’importante. Anche se l’ha fatto nella maniera più dura, perché all’odio non si è mai pronti e io, onestamente, davanti alle feroci critiche sui social non sapevo a cosa aggrapparmi. Questo mi ha permesso però di cambiare prospettiva e considerarle per quel che erano: piccole così. Processo che mi ha elevato come essere umano e come artista, facendomi capire che non si può piacere a tutti. Quindi, anche se può sembrare ironico, io quella gente che mi ha criticato la ringrazio”.
La sua big family le è rimasta vicina. Come l’ha creata?
“Con la verità. Penso di essere una persona sincera, onesta, pura, che non è mai scesa a compromessi. Fedele a me stessa ormai da quasi 17 anni. La malizia sta negli occhi di chi guarda e io non ce l’ho. Se ce l’hanno gli altri, mi spiace per loro”.
Qual è la sfida da raccogliere?
“Ho scoperto che scrivere i testi mi piace, anche perché lo faccio accanto a professionisti, e vorrei pubblicare un secondo disco di questo genere perché ho ancora bisogno di dire delle cose. In questo album c’è un brano, Mettimi alla prova, che si sposta verso il mondo del gospel che sento vicino. Ecco, prima o poi vorrei fare un disco di quel tipo”.