Mercoledì 24 Aprile 2024

Alain Delon si commuove a Cannes. "Devo tutto alle mie donne"

Palma d'oro d'onore per l'attore, che scoppia in lacrime: "Adesso è finita, la mia carriera e la mia vita"

Alain Delon, Palma d'oro d'onore a Cannes

Alain Delon, Palma d'oro d'onore a Cannes

Cannes, 20 maggio 2019 - Alla fine, è crollato in una commozione irrefrenabile durante la cerimonia per la Palma d’oro d’onore. "Penso a questo come alla fine della mia carriera, alla fine della mia vita", ha detto mentre il pubblico urlava “no” e gridava il suo nome. Uscendo dalla sala, al braccio della figlia Anouchka ha quasi sussurrato "penso a Mireille e a Romy", riferendosi ai due più grandi amori Darc e Schneider. L’ovazione è durata 10 interminabili minuti. Poche ore prima aveva dichiarato: "Questa Palma d’oro, non spetta a me ma ai registi che mi hanno diretto, a Visconti, a Rene Clément, a Melville, a Jacques Deray. Loro non ci sono più e io la accetto per loro". Atletico, 83 anni portati benissimo, commosso, Alain Delon, l’ultimo mostro sacro vivente, è accolto da un’immensa platea entusiasta quasi tutta femminile.     Lo sguardo blu acciaio illumina ancora il volto e un sorriso che chiede complicità, e poi quelle lacrime, tengono lontana l’immagine di bel maschio enigmatico che è stato alla base della sua fortuna. Delon, poco più che adolescente, parte militare in Indocina dove resta tre anni: "A Saigon vidi Grisbi. All’epoca non immagino davvero che avrei dato la battuta a Gabin. Al cinema mi hanno portato le donne che mi hanno amato, sostenuto, hanno voluto che facessi questo mestiere. Nel ’56 venni al Festival per la prima volta per accompagnare Brigitte Auber. A quell’epoca si diceva che ero un bel ragazzo e avevo intorno a me più di una signora: avevano sei, sette anni più di me e se saltavano addosso certo non chiamavo la polizia. Brigitte mi ha presentato alla moglie di Yves Allégret e con lui ho girato i miei primi film. Non ho mai recitato: mai! Sono sempre stato Delon. Allégret me lo disse il primo giorno, tu sei un uomo che permea di sé lo spazio in cui si trova. Questo basta, devi parlare come fai nella vita, guardare come guardi, muoverti come ti muovi. Ho capito la lezione e non ho mai derogato. È iniziata allora la mia storia d’amore con la macchina da presa".    La fortuna sempre declinata al femminile insegue Delon. Dalla moglie di Allegrét a quella di Réné Clément, regista che lo fece protagonista di Delitto in pieno sole solo per l’insistenza della donna. Poi Visconti. "Luchino mi ha fatto capire che il regista è un direttore d’orchestra e che la sua autorità è la garanzia della riuscita". Scorrono le immagini di Rocco e la scena di disperato amore con Annie Girardot fa scendere le lacrime a Delon: piange, "non posso smettere scusate". "Tra Rocco e il Gattopardo vi fu Antonioni per cui girai L’eclisse. Era il periodo italiano, poi arrivò quello americano, tre anni, ma mi mancava la Francia".

A parlare è il Delon provinciale, il figlio del guardiano della prigione di Fresne, quello che non sarà mai accettato fino in fondo dall’universo del cinema e che oggi con la Palma cerca di farsi perdonare. "Non sono mai stato un regolare, non ho mai avuto un agente e da quando mi è stato possibile sono stato produttore dei miei film. Volevo essere io a decidere cosa fare e con chi recitare. Per questo la Nouvelle Vague mi è passata accanto, io ero Delon l’antipatico, per loro ero bandito".    Le donne nella vita di Delon tornano ciclicamente. "Fui io a volere a tutti i costi Romy Schneider, che era in un periodo di disgrazia, per La Piscina che fu poi un grande successo anche grazie a lei. Da quella volta ho preteso di poter scegliere i partner". Come produttore Delon è stato privo di qualsiasi prevenzione ideologica e ha voluto investire tutto quello che aveva in Mr.Klein, diretto da Joseph Losey americano sfuggito ala maccartismo, scritto dallo sceneggiatore italiano comunista Franco Solinas, che tratta di uno dei tabù della storia francese, il rastrellamento degli ebrei parigini del ’43. Non a caso è il film che ieri sera ha coronato la cerimonia della sua Palma d’onore. Scelto da Delon in persona.

E tutte le proteste femministe per aver premiato un attore che ha ammesso di aver avuto atteggiamenti violenti con le donne, si è espresso contro l’adozione dei gay ed è notoriamente vicino a Le Pen? Ieri, non ce n’è stata traccia. Lo sguardo blu di Delon ha colpito ancora.

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