
È morto ieri sera all’ospedale di Rivoli (Torino) li il filosofo Gianni Vattimo. Aveva 87 anni. A dare la notizia è stato Simone Caminada, 38 anni, assistente e compagno del filosofo negli ultimi anni di vita e protagonista di una vicenda giudiziaria per le accuse a suo carico di circonvenzione di incapace, fino alla recente condanna in primo grado a due anni di reclusione.
Professore all’Università di Torino, Vattimo è stato uno dei più influenti e conosciuti filosofi italiani, noto per avere sviluppato il concetto di “pensiero debole”, una critica alla metafisica tradizionale. Fortemente influenzato da Nietzsche, Heidegger e Gadamer, ha reinterpretato la postmodernità come una “liberazione” dalla metafisica totalizzante. Il suo principale contributo teorico si è caratterizzato per la relativizzazione di ogni prospettiva filosofica o politica che intenda presentarsi come definitiva.
La notorietà, anche internazionale, di questa prospettiva risale ormai a quarant’anni fa, quando fu pubblicata la raccolta di saggi Il pensiero debole (Feltrinelli 1983), a cura di Vattimo e Aldo Rovatti. Oltre ai curatori, parteciparono Leonardo Amoroso, Gianni Carchia, Giampiero Comolli, Filippo Costa, Franco Crespi, Alessandro Dal Lago, Umberto Eco, Maurizio Ferraris e Diego Marconi.
Vattimo non è stato solo un pensatore speculativo ma anche un intellettuale militante di spicco della sinistra, dichiaratamente omosessuale e al tempo stesso rivendicando la sua fede cattolica. Si è impegnato, nel tempo, in diverse formazioni politiche, dai radicali ai Democratici di sinistra, per i quali è stato parlamentare europeo, al Partito dei comunisti italiani. Dal 2009 al 2015 è stato parlamentare europeo indipendente eletto nelle liste dell’Italia dei Valori di Antonio Di Pietro, passando infine nell’Alleanza dei democratici e dei liberali per l’Europa.
Nel 2005, all’uscita del suo libro Credere di credere. È possibile essere cristiani nonostante la Chiesa? (Garzanti) spiegò il suo punto di vista di cristiano e omosessuale. "Per me è una vocazione speciale. Una volta che ho scoperto che questa è una vocazione cerco di farlo seriamente. Lotto per i diritti delle minoranze ma non come Pasolini, lui era esagerato; si sentiva come un Gesù crocifisso… dai suoi nemici. Io non la vivo così".
Negli ultimi anni, ormai malato e indebolito, ha sempre sostenuto la figura e la buona fede del compagno, nonostante le inchieste e i processi. Nei giorni scorsi Caminada aveva diffuso sui social network un’ultima foto del filosofo nel letto d’ospedale, annunciando il peggioramento delle sue condizioni.
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