
I Planet Funk ospiti di una trasmissione televisiva
Il mondo della musica italiana e internazionale è in lutto: Domenico "Gigi" Canu, chitarrista, produttore e co-fondatore dei Planet Funk, si è spento a Napoli all’età di 66 anni, dopo una lunga battaglia contro un tumore al colon. La notizia, annunciata dalla band attraverso i suoi canali social, ha lasciato un vuoto incolmabile tra i fan e i colleghi, che ricordano Canu non solo come un musicista di straordinario talento, ma come una figura carismatica e visionaria che ha contribuito a portare la musica elettronica italiana sulla scena globale.
Le origini: da Napoli alla fusione con i Kamasutra
Nato a Napoli nel 1959, Domenico "Gigi" Canu ha dedicato la sua vita alla musica, iniziando la sua carriera come arrangiatore e chitarrista. Negli anni ’90, insieme ad Alessandro Sommella e Sergio Della Monica, fondò i Souled Out, una band napoletana che ottenne un discreto successo internazionale con brani come Shine On e Stuck on Love. La svolta arrivò nel 1999, quando i Souled Out si fusero con i Kamasutra, duo sarzanese composto dai tastieristi Marco Baroni e Alex Neri. Da questa unione nacquero i Planet Funk, un collettivo che avrebbe ridefinito i confini della musica elettronica, mescolando elementi di dance, rock e pop in un sound unico e innovativo.
Il successo internazionale: Chase the Sun e l’ascesa dei Planet Funk
Il primo grande successo dei Planet Funk arrivò alla fine del 2000 con il singolo Chase the Sun, cantato dalla finlandese Auli Kokko. Il brano, che riprendeva la melodia di Alla luce del giorno di Ennio Morricone (composta per il film Metti, una sera a cena del 1969), divenne un fenomeno globale, raggiungendo la quinta posizione nella classifica dei singoli nel Regno Unito e conquistando un seguito di culto tra gli appassionati di freccette, grazie al suo utilizzo da parte di Sky Sports durante i tornei della Professional Darts Corporation. La canzone è stata adottata anche da tifoserie calcistiche in Australia e Inghilterra, diventando un inno trasversale.
Nel 2001, i Planet Funk consolidarono il loro successo con Inside All the People, cantato dall’inglese Dan Black, che divenne un altro pilastro della loro discografia. Sebbene non raggiungesse lo stesso impatto commerciale di Chase the Sun, il brano contribuì a definire l’identità della band: un collettivo aperto, senza un cantante fisso, che collaborava con voci diverse per ogni progetto, rompendo gli schemi della musica italiana dell’epoca. Come raccontò lo stesso Canu in un’intervista, “Volevamo fare qualcosa di diverso, di urgente. Eravamo difficili da definire e non volevamo essere definiti”. La Virgin inglese, riconoscendo il potenziale del progetto, mise la band sotto contratto, aprendo le porte a un successo internazionale.
Un sound unico: influenze e riconoscimenti
Influenzati da artisti come Depeche Mode, The Police, Chemical Brothers e David Bowie, i Planet Funk crearono un suono che univa la potenza del rock alla fluidità della dance elettronica. Nel 2002, il loro album di debutto Non Zero Sumness ottenne il disco d’oro in Italia e vinse due Italian Music Awards come “Miglior gruppo italiano” e “Miglior rivelazione italiana”. L’album conteneva altri successi come Who Said (Stuck in the UK) e The Switch, che portarono la band a esibirsi al Festivalbar e agli Italian Dance Awards.
Negli anni successivi, i Planet Funk continuarono a innovare. Nel 2005 pubblicarono The Illogical Consequence, con il singolo Stop Me, utilizzato in uno spot Coca-Cola, e nel 2006 il brano Static fu incluso nella colonna sonora del videogioco FIFA 08. Nel 2011, l’album The Great Shake segnò l’ingresso del cantante Alex Uhlmann e incluse il tormentone Another Sunrise e la cover di These Boots Are Made for Walkin’ di Nancy Sinatra, utilizzata per il film La kryptonite nella borsa e per spot pubblicitari.

Le sfide e i lutti: la perdita di Sergio Della Monica e la malattia di Canu
La storia dei Planet Funk non è stata priva di difficoltà. Nel 2017, il bassista e co-fondatore Sergio Della Monica, già gravemente malato, lasciò il gruppo e morì nel febbraio 2018 a causa di una polmonite, all’età di 58 anni. La perdita di Della Monica fu un duro colpo per la band, ma Canu, Baroni e Neri continuarono a portare avanti il progetto. Nel 2020, i Planet Funk celebrarono i loro 20 anni di carriera con la raccolta 20:20, rimasterizzata agli Abbey Road Studios, che includeva i loro maggiori successi e una versione inedita di Non Stop.
Negli ultimi anni, Canu aveva affrontato una dura battaglia contro un tumore al colon, che lo aveva costretto a ritirarsi gradualmente dalla scena pubblica. Nonostante le sue condizioni, la band ha continuato a produrre musica, pubblicando nel dicembre 2024 una reinterpretazione di Nights in White Satin dei Moody Blues per celebrare il loro 25º anniversario. L’ultima apparizione di Canu con i Planet Funk risale al Festival di Sanremo 2025, un momento che aveva segnato il ritorno del collettivo sotto i riflettori.
L’eredità di Gigi Canu e dei Planet Funk
Domenico "Gigi" Canu non è stato solo un chitarrista, ma un vero pioniere che ha saputo coniugare la tradizione musicale napoletana con sonorità globali. Il suo contributo ai Planet Funk ha reso la band un punto di riferimento nella scena elettronica internazionale, capace di influenzare generazioni di musicisti. Come ricordato dal musicista Roberto Angelini, Canu è stato “un faro, un maestro di autenticità”, che ha insegnato a molti a proteggere il “bambino interiore” attraverso la musica.
I Planet Funk, nonostante le perdite di Canu e Della Monica, rimangono un simbolo di innovazione e sperimentazione. La loro capacità di fondere generi diversi, di collaborare con artisti internazionali e di creare brani che attraversano il tempo è un testamento al genio creativo di Canu e dei suoi compagni. La loro musica continuerà a risuonare nei club, negli stadi e nelle playlist di tutto il mondo.