Addio a Enzensberger Coscienza critica della Germania

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Una produzione enorme, senza un centro evidente, è forse il risultato di quell’aspirazione dichiarata all’universalismo. La Germania dice addio ad Hans Magnus Enzensberger, e tributa omaggio a uno degli intellettuali decisivi del dopoguerra tedesco. Lo scrittore è morto mercoledì a Monaco, all’età di 93 anni. "Originalità inesauribile, pensiero sorprendente, voglia di umorismo e ironia – ha scritto il presidente Frank Walter Steinmeier, nel messaggio di cordoglio alla vedova Katharina – erano le firma inconfondibile della sua opera". Nato a Kaufbeuren nel 1929, poeta giovanissimo, fece parte del leggendario Gruppo 47, e poi fondò la rivista culturale Kursbuch. Figura di riferimento, del calibro di autori come Guenter Grass, Martin Walser, Heinrich Böll, Enzensberger spaziò dalla lirica ai romanzi, scrisse con ben tre pseudonimi e trovò la sua forma ideale di espressione nel saggio.

Era un estimatore delle capacità intellettuali dell’infanzia, e proprio ai bambini destinò alcune opere, come Il mago dei numeri. Altri titoli importanti Tumulto, in cui descrisse le esperienze fatte nel gruppo extraparlmentare Apo negli anni 60; Parli sempre di soldi!; Che noia la poesia; Il perdente radicale; La breve estate dell’anarchia, dedicato alla guerra civile spagnola. Spirito cosmopolita visse lunghi periodi all’estero: in paesi come Cuba, Norvegia, Italia, Usa.

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