Mercoledì 24 Aprile 2024

Achille twist: "Il primo giudice? Mio padre"

Lauro è figlio di un consigliere della Corte di Cassazione. "Sono orgoglioso di lui, ma mi ha fatto conoscere la paura di non riuscire"

Achille Lauro (Ansa)

Achille Lauro (Ansa)

Quattro anni fa, nell’autobiografia romanzata "Sono io Amleto" , Achille Lauro scomodava Shakespeare per ricordare, con Ofelia, “sappiamo ciò che siamo, ma non quel che potremmo essere”. Dopo un paio di Sanremo da protagonista e la grande popolarità ha iniziato a farsene un’idea. "Credo che la costruzione della tua persona sia una cosa che si affronta tutti i giorni" dice lui, Lauro De Marinis. Che, a un certo punto, ha sentito il bisogno di fare un passo di lato rispetto al mondo proletario di suoi racconti e dei suoi brani parlando del nonno Federico De Marinis, ex prefetto a Perugia, e del padre Nicola professore universitario, avvocato di diritto del lavoro e consigliere della Corte di Cassazione. Può spiegarci perché? "Perché la mia storia non è iniziata nel 2014 col mio primo disco. E perché sono contentissimo di avere un padre arrivato ad essere giudice di Cassazione non per carriera, ma per meriti insigni. Il nostro rapporto è stato discontinuo e a tratti difficile, però m’ha dato modo lo stesso di toccare con mano la frustrazione del grande studioso che avrebbe potuto raggiungere risultati anche più alti se solo avesse accettato il compromesso di entrare a far parte di certe caste sempre evitate". Cosa le ha insegnato la sua esperienza? "Questa percezione del non riuscire me la sono sempre portata dietro. E che alla fine lui sia arrivato alla Corte e io, dopo tante vicissitudini, qui dove sono ora è forse il segno che alla fine nella vita le cose magari si aggiustano". Veniamo a lei, il personaggio e l’artista a volte creano confusione nel pubblico. "Ho da poco dato alle stampe 16 marzo - L’ultima notte , libro racconto come il successo non è arrivato dai tre minuti di Rolls Royce , ma dall’abbandonare tutto. Dallo spogliarsi dal proprio passato per andare incontro a qualcosa di nuovo. Proprio come la metafora di San Francesco utilizzata a Sanremo per rispecchiare quella che per me è una filosofia di vita". Ora è il momento del twist. "Già. Viviamo in un’epoca in cui il brano dell’estate è lo stampino di quello dell’anno prima, ma a me non interessa entrare nel campionato del singolo da spiaggia e mojito. Faccio la mia musica. Però d’estate le persone vogliono svagarsi e così ho pensato di recuperare in Bam Bam Twist un sound iconico, a cui nessuno sembra più pensare, ma che a me invece racconta anni felici, di boom economico e di grandi aspettative. D’altronde, pure questo del post-Covid è un dopoguerra". Il videoclip omaggia il celebre twist di John Travolta e Uma Thurman in Pulp Fiction . "Beh, il riff di chitarra è molto alla Tarantino. All’inizio avevo pensato d’interpretarlo io, poi ho pensato che un John Travolta italiano l’abbiamo ed è Claudio Santamaria. Così ho preferito lasciare la scena a lui e a Francesca Barra limitandomi a fare l’entertainer del locale". A ciascuno il suo. "Effettivamente i mestieri sono diversi. L’attore interpreta un personaggio, mentre io interpreto Lauro De Marinis/Achille Lauro. E la musica che scrivo è mia fino all’ultima nota così come lo sono i vestiti che indosso. È stato così fin da quando guardavo mio fratello musicista come un modello da imitare. Alla mia coerenza di uomo e d’artista ci tengo". Ma a Sanremo le hanno dato del prodotto di marketing... "La mia musica è da vedere, oltre che da sentire. E tutta l’operazione, Mene frego è stata frutto della creatività mia e del mio staff sposata da una casa di moda". Ma in tour va in scena agghindato da Regina Elisabetta o da Marchesa Casati? "Come no? In concerto a Roma ho indossato, ad esempio, un costume-tributo a Renato Zero perché vivo la musica come il teatro. Se una grande casa di moda mi fa l’onore di credere in quel che propongo e Alessandro Michele, che è uno dei direttori creativi più grandi del mondo, sposa il progetto non posso che essere orgoglioso. Da qui a dire che sono un prodotto di marketing ce ne passa. Anzi, è follia totale". Ha spostato il tour Achille Idol: Immortale da ottobre 2020 a ottobre 2021. E in mezzo che farà? "Il finimondo, i fans sono avvertiti. Ho già bene a fuoco tutto quel che succederà. Il lockdown mi ha tagliato fuori dal mondo in un b&b romano. Ci ho costruito dentro uno studio e ho registrato diverse cose tra cui Bam bam twist . Pure buona parte del libro è nata in quel contesto perché durante l’isolamento ho scritto così tanto da avere gli spunti per 300 pezzi. Quando lavoro ad un brano riempio 4-5 pagine di idee da cui estrapolo poi i concetti migliori. In 16 marzo - L’ultima notte ci sono tante pagine di me che invece di diventare una canzone sono diventate un libro".  

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