Achille Lauro: "Musica, il resto è Zero. Niente paragoni con Renato"

Nuovo album per il cantante: "Sono contento del cinemino fatto a Sanremo"

Achille Lauro (Ansa)

Achille Lauro (Ansa)

Salvami te. Il blob di una vita utilizzato su YouTube per promuovere il nuovo album Lauro”, in uscita oggi, attesta che alle 19.16 del 28 agosto 1992 Achille Lauro, davanti alla videocamera di mamma Cristina, era ancora un bambino come tanti. Mentre ora canta di quel "Secondo Regno dove l’umano spirito si purga e di salire al cielo diventa degno" citando a suo modo il primo canto del Purgatorio dantesco. Papà Nicola, giudice di Cassazione, lo descrive come un bravo ragazzo "solo un po’ eccentrico", ma dove lo porterà quella che chiama "la navicella del mio ingegno" Lauro De Marinis lo scoprirà proseguendo questo suo volo “glam” formato Giulio Verne. "In condizioni normali, senza lo stress e le restrizioni imposte del Covid, a Sanremo avrei portato un kolossal, ma sono comunque contento del cinemino che ho fatto, dai".

Partiamo dal titolo, che è il suo nome di battesimo.

"Nelle 5 lettere del mio nome ci sono le mie 5 anime. La L è quella di “gLam rock“, la A di “rock And roll“, la U di “popUlar music“, la R di “punk Rock“ e la O di “classic Orchestra“. Le stesse dei 5 quadri che ho portato sul palco dell’Ariston".

Perché il nome è preceduto dal disegnino di un pupazzo impiccato?

"Vecchio gioco di bambini, o vince il nome e perde l’impiccato o viceversa. Nel mio caso, visto che il disegno è a sinistra, vince il nome, quello che sono. La O, poi, è rossa, segno di rinascita. Ma per me ognuna di queste 12 canzoni ha un suo colore e lo strano è che in ognuna pure gli altri vedono lo stesso colore che ci vedo io".

Quando Renato Zero mesi fa parlando di lei ha sbottato "io amo tutti quelli che fanno questo lavoro a patto che non prendano per il c**o il pubblico" dava l’idea di non amare l’ipotesi di un avvicinamento.

"E io sono d’accordo con lui. Di Renato ce n’è uno solo, così come anche di Achille. Siamo due identità distinte e il paragone è sbagliato. Per quanto il costume ci accomuni, ognuno di noi ha dato qualcosa di unico e originale".

Però Zero aggiungeva "Io con le piume non giocavo a fare il clown, ma cantavo la pedofilia, le tematiche della periferia, della borgata, della gente che viene emarginata".

"Questo dimostra che non mi conosce. Io nelle periferie ci sono cresciuto, in mezzo ad amici che nati lì che vivono ancora coi loro problemi. Per questo sono impegnato concretamente nel sociale, ma non lo sbandiero perché le questioni private è giusto che rimangano private".

Come si considera?

"Un nostalgico proteso verso il futuro. Ho in testa un’idea chiara di quale direzione prendere. Ma non nascondo che, a un certo punto, vorrei tanto sparire e, come ha fatto Mina, lasciare solo la musica".

 

 

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