Venerdì 19 Aprile 2024

Acciaio, per zero emissioni di gas serra bisogna anche prepararsi ad averne meno

Uno studio giapponese avverte: per la trasformazione “green” servono pure nuove strategie per affrontare l’inevitabile calo di produzione

Il 7% delle emissioni di gas serra dipendono dall'acciaio

Il 7% delle emissioni di gas serra dipendono dall'acciaio

L’acciaio è un materiale fondamentale nella nostra epoca, essendo utilizzato per costruire edifici, infrastrutture, automobili, elettrodomestici e tantissimi altri oggetti di uso comune. Ma alla produzione dell’acciaio si deve anche il 7% delle emissioni di gas serra a livello mondiale e quindi anche quello siderurgico è un settore in cui occorrono interventi urgenti per contrastare il cambiamento climatico e il surriscaldamento terrestre.

Meno emissioni, meno quantità di acciaio

L’Unione Europea ha già deciso di intervenire con una normativa basata principalmente sulla tassazione di ogni tonnellata di CO2 emessa: una sanzione che dovrebbe invogliare i produttori di acciaio a scegliere metodi più “green” e contribuire così ad arrivare a una riduzione del 55% delle emissioni di anidride carbonica entro il 2030 e al loro azzeramento entro il 2050. Ma per avere successo occorre che tutti i Paesi produttori, a partire da Cina e Stati Uniti, si muovano nella stessa direzione e occorre anche… imparare in tutto il mondo ad avere a disposizione meno acciaio.

Un recente studio incentrato sull'industria siderurgica del Giappone, Paese che si è a sua volta impegnato a ridurre le emissioni di gas serra del 46% entro il 2030 e ad azzerarle entro il 2050, avverte infatti che per raggiungere davvero in futuro l’obiettivo bisogna anche prepararsi a uno scenario in cui sarà possibile produrre una quantità inferiore di acciaio.

Tecnologie ancora in ritardo per una piena produzione “green”

Pubblicata sulla rivista Nature Sustainability, la ricerca ha analizzato gli attuali flussi di acciaio nell'industria giapponese per capire come il settore potrebbe cambiare se in futuro venisse applicato un rigoroso sistema di controllo delle emissioni. E la conclusione degli studiosi è stata che ci sarebbe una forte riduzione delle quantità di acciaio immesse sul mercato soprattutto a causa di un ritardo nello sviluppo di tecnologie che rendano possibile una produzione sostenibile per l’ambiente, a partire dalla Carbon Capture Storage (CCS, che prevede di “catturare” le emissioni dai camini degli impianti siderurgici) e da quella basata sullo sfruttamento dell’idrogeno.

Osserva il dottor Takuma Watari, ricercatore presso l'Istituto Nazionale per gli Studi Ambientali del Giappone e coordinatore del lavoro: “Queste tecnologie devono ancora affrontare serie sfide tecniche, economiche e sociali e devono ancora essere implementate su larga scala. E soprattutto è altamente incerto se ci sarà sufficiente elettricità da fonti non inquinanti per utilizzare queste tecnologie”. Occorre quindi considerare anche l’eventualità che le innovazioni tecnologiche non siano pronte in tempo per permetterci di mantenere gli attuali livelli di produzione di acciaio riducendo al contempo gradualmente le emissioni fino allo zero.

Quali possibili soluzioni?

Secondo i ricercatori giapponesi, per riuscire nella difficile sfida a favore dell’ambiente occorre allora anche mettere a punto nuove strategie per riuscire a tenere sotto controllo la domanda modificando la nostra cultura dell'uso di questo materiale e puntando anche a mettere sul mercato prodotti in acciaio più leggeri e più resistenti nel lungo periodo.

Inoltre, un ruolo importante sarà giocato dal mettere a punto sempre migliori processi di upcycling, così da riuscire a rimuovere più impurità possibili dai rottami di acciaio per ricavarne altro acciaio, ma di maggiore qualità.

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