Mamma Mia, gli Abba in concerto sono avatar

Evento storico a Londra: nell’Arena costruita ad hoc, il quartetto svedese si esibisce attraverso gli ologrammi. Show digitale 40 anni dopo

Londra - L’ArcelorMittal Orbit, la torre olimpica disegnata da Anish Kapoor e Cecil Balmond per i Giochi del 2012 ispirandosi al filamento del Dna rosseggiava in lontananza ieri sera mentre gli invitati alla première di Abba Voyage prendevano posto nella santa sanctorum del mito di S.O.S. e Fernando realizzata per accogliere i cloni digitali del quartetto svedese. Fatti della stessa sostanza dei sogni, Agnetha Fältskog, Anni-Frid Lyngstad, Benny Andersson e Björn Ulvaeus sono tornati a cantare, trasferendo quel D na che tanta parte ha avuto nel pop europeo anni ’70 ai rispettivi avatar. Anzi, ai rispettivi “Abbatar” come sono stati ribattezzati i quattro – con quarant’anni di meno – che cantano, scherzano, ammiccano sul palco dell’Arena da tremila posti costruita per loro. Gli avatar cantano supportati da una muscolosa orchestra di sette elementi e tre coriste, in una scenografia con decine di specchi mobili che si alzano e si abbassano sopra le teste del pubblico. "Sto bene per la mia età", scherza il giovane Benny (75 anni) citando Shakespeare (“To be or not to be“) prima di attaccare S. O. S. Chiquitita primo brano tutti in piedi: agli Abbatar bastano infatti venti minuti per scatenare la sala. Poi Fernando , cantata con tanto di cielo stellato e aurora boreale. E alla fine, dopo i bis, eccoli: a salutare il pubblico si presentano loro, gli Abba in carne e ossa. Non potevano mancare a un evento così...

Gli Abba inguainati per preparare gli 'Abbatar'
Gli Abba inguainati per preparare gli 'Abbatar'

Nel 2000 i quattro avevano detto no al miliardo di dollari offerto dagli impresari per riaverli in scena, ma ora gli eroi di Dancing Queen pagano di tasca propria per farlo, coproducendo questo spettacolo realizzato con la Industrial Light & Magic di un altro visionario come George Lucas.

Andersson dice che l’idea di questo Abba Voyage gliel’ha data l’ex manager delle Spice Girls Simon Fuller, ispirato da Elvis: The Concert, lo show degli anni ’90 in cui 'The King' si esibiva con la sua vecchia band grazie a un sofisticato sistema di proiezioni. Questo 'Elvis 2.0' formato scandinavo (col pubblico accolto in sala da betulle innevate proiettate sullo schermo) è diretto da Baillie Walsh, reduce da Being James Bond . Il rapporto di Walsh col 3D era iniziato nel 2006 con l’installazione dell’ologramma di Kate Moss.

L’esplosione degli avatar da hit-parade è arrivata nel decennio successivo. Quando nel 2014 il pubblico dei Billboard Music Awards si ritrovò davanti Michael Jackson attorniato da ballerini in carne ed ossa, la sensazione di stupore e sconcerto fu più o meno la stessa provata due anni prima nel vedere Tupac Shakur al festival di Coachella nonostante quattro pallottole l’avessero strappato al mondo del rap una quindicina di anni prima. Nel ventre dell’Abba Arena Walsh ci tiene ai distinguo: "A differenza di altri progetti noi abbiamo lavorato con artisti vivi e in salute, che hanno passato sei settimane sul set (inguainati in tutine ricoperte di sensori davanti a 160 telecamere, ndr ) a tirare fuori con il coreografo Wayne McGregor l’anima dei loro show anni ’70".

Sono passati 41 anni dall’ultima esibizione degli Abba in carne e ossa alla tv svedese con Super Trouper  hit melanconica sul logorio dell’essere sempre in tour. "Tutto quello che faccio è mangiare, dormire e cantare / Vorrei che ogni spettacolo fosse l’ultimo" dice un verso della canzone. Abba Voyage sembra voler trovare ora soluzione a questo senso di nausea dorata dei quattro Dorian Gray hi-tech.

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