Sabato 20 Aprile 2024

A Sanremo con ironia: Willie Peyote

Giura che sullo sfavillante panorama di questo 71° Sanremo – che si è arricchito ieri di due nuovi ospiti: il campione Alberto Tomba e la giornalista Giovanna Botteri – lui preferirebbe essere un perdente. E invece allibratori e addetti ai lavori hanno preso a puntare proprio su Willie Peyote e sulla sua Mai dire mai (La locura). Pazienza. L’importante è far buon viso alla fortuna. Il rapper torinese, all’anagrafe Guglielmo Bruno, 5 album all’attivo, è tra l’altro uno tra i pochissimi a presentarsi all’Ariston senza altri progetti in cantiere rispetto questo pezzo, ispirato fin dal titolo alla serie tv Boris e alla famosa frase di Valerio Aprea: "Questa è l’Italia del futuro: un paese di musichette mentre fuori c’è la morte".

Un brano sul vuoto creato dal Covid nel mondo della cultura e dello spettacolo.

"Per gente come me o Lo Stato Sociale sarebbe stato incoerente dimenticarci fuori dalla porta dell’Ariston quello che viviamo da ormai un anno. Parto da Boris perché sia chiaro che il messaggio del pezzo vuol essere una presa in giro della realtà in cui, purtroppo, ci moviamo. A Sanremo girerò una specie di diario comico-ironico su questa esperienza".

Punta il dito pure sulla discografia.

"Per ironizzare sull’approccio sbagliato che caratterizza anche i rapporti culturali mi sono vagamente ispirato al discorso di Ricky Gervais ai Golden Globe. Oggi un personaggio “che funziona” è più importante di uno di talento, e uno che fa parlare di sé più ricercato di uno con qualcosa da dire. Così si gioca negli stadi deserti, mentre teatri e luoghi da concerto sono chiusi".

Nella serata delle cover averà al fianco Samuele Bersani.

"Eseguiremo la sua Giudizi universali, con tutto il suo modo leggero e profondo di approcciarsi alla scrittura. Una medaglia averlo accanto".

Andrea Spinelli

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