Mercoledì 24 Aprile 2024

A Ravenna il mosaico non passa mai di moda

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di Lorella Bolelli

Bastano pochi passi in centro storico a Ravenna per imbattersi in cinque luoghi che sono altrettanti siti Unesco. E hanno un denominatore comune: sono tutti mosaici. Giustiniano e Teodora accolgono nell’oro maestoso della Basilica di San Vitale; nel piccolo Mausoleo di Galla Placidia le tessere blu cobalto abbracciano una cupola di stelle dorate. Le Vergini e i Martiri di Sant’Apollinare Nuovo e l’elegante movimento degli Apostoli nel Battistero Neoniano, quasi una danza gioiosa attorno a Gesù battezzato nel Giordano, sono altre due tappe imperdibili, così come i raffinati dettagli scolpiti nell’avorio della Cattedra di Massimiano mentre la luce si riflette nell’oro e s’irradia nella Cappella di Sant’Andrea, tutte gemme preziose custodite nel Museo Arcivescovile. La Biennale del Mosaico contemporaneo tiene viva questa antichissima tradizione portando, in città e non solo, fino al 27 oltre cento artisti provenienti da venti Paesi del mondo – dagli Stati Uniti al Giappone, dal Messico alla Cina – oltre che ovviamente dall’Italia e da Ravenna con sessanta spazi espositivi coinvolti tra monumenti, musei, chiostri, gallerie e luoghi simbolici per un totale di oltre 50 mostre e allestimenti site specific, che allungano le loro propaggini fino a Bologna, Faenza (Museo Diocesano - Chiesa Santa Maria dell’Angelo), Riccione (Villa Franceschi) e Mesola ( un intervento di Felice Nittolo dedicato al Sommo Poeta dal titolo ’Dante è Vivo’). Poi convegni, conferenze, visite guidate, laboratori e iniziative pensate per i bambini.

La settima edizione della manifestazione, promossa e organizzata dal Comune, è il recupero dell’edizione del 2021 sospesa a causa della pandemia e prodromo diretto di quella del 2023. Tra le mostre, il Mar-Museo d’Arte della città di Ravenna ospita fino all’8 gennaio la mostra ‘Prodigy Kid’ di Francesco Cavaliere e Leonardo Pivi, a cura di Daniele Torcellini, ospitata nelle sale del primo e del secondo piano. Questa recente serie di lavori inediti, pensati e realizzati appositamente per la mostra, è ispirata a una nota leggenda ravennate: la nascita di una creatura affetta da gravi deformità fisiche, avvenuta nei primi giorni del marzo 1512, il cosiddetto Mostro di Ravenna.

Nel contesto sociale, politico e culturale dell’epoca, che vedeva riemergere le arti divinatorie, il Mostro venne interpretato come presagio della sanguinosa battaglia che proprio nella città romagnola si sarebbe combattuta di lì a poco, tra la Lega di Cambrai e la Lega Santa. Nell’arco di poco tempo, la notizia della nascita della strana creatura si diffuse prima a Roma, poi nel resto d’Europa, attraverso testimonianze scritte, dipinti, disegni e incisioni che ne rappresentano le sembianze: dal suggestivo disegno di Leonardo Da Vinci, ora parte del Codice Atlantico, fino alla celebre incisione pubblicata da Ulisse Aldrovandi nel suo ’Monstrorum historia cum Paralipomenis historiæ omnium animalium’. E come le immagini dell’epoca hanno dato forma e significato a un corpo ibrido, così oggi, i due artisti, attraverso gli strumenti della narrazione, della scrittura, del mosaico e dell’installazione trasfigurano tale leggenda.

Palazzo Rasponi dalle Teste propone, invece, fino al 27, ‘Opere dal Mondo’, la tradizionale mostra-concorso a cura di Aimc (Associazione Internazionale Mosaicisti Contemporanei). Per l’occasione sono accolte 34 opere in mosaico provenienti da 21 nazioni e da 3 continenti. La manifestazione presenta anche il nuovo allestimento al pianterreno della Collezione dei Mosaici Contemporanei, patrimonio del Mar, in Loggetta Lombardesca.

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