
I 70 anni dalla morte di Frida Khalo
Poche immagini nel mondo dell’arte sono iconiche come le rappresentazioni di Frida Kahlo, una delle più grandi artiste donne mai esistite. Viso irsuto e segnato dai dolori passati, sguardo malinconico, pelle ambrata e una corona di fiori in testa sono solo alcuni degli elementi chiave di un’iconografia che ancora oggi, a 70 anni dalla morte, resta potente come poche altre.
Una vita dolorosa
Frida Kahlo, scomparsa il 13 luglio del 1954, non visse un’esistenza esattamente serena. Fin dall’infanzia infatti, fu costretta a convivere con seri problemi di salute debilitanti che ne avrebbero profondamente segnato la crescita. Nata a Città del Messico e dal sangue misto tedesco, messicano, spagnolo e amerindio, venne al mondo affetta da spina bifida, una condizione che i familiari confusero con poliomielite. Formatasi in un collegio tedesco, Frida manifestò fin dall’infanzia un carattere decisamente duro, oppositivo e controcorrente, importante chiave di lettura di tutta la sua produzione artistica successiva e di gran parte delle sue scelte. A 18 anni avvenne il primo, vero evento traumatico che segnò per sempre la sua esistenza: salita su un bus da ritorno da scuola, fu coinvolta in un terrificante incidente stradale che le spezzò la colonna vertebrale in tre punti. Costretta ad una lunga convalescenza per riprendersi dalle terrificanti ferite riportate, iniziò a uccidere la noia dipingendo, in casa. Fu proprio in questo periodo che iniziarono ad apparire i suoi primissimi autoritratti, gli stessi che decise poi di regalare al suo fidanzato di allora. Non ci volle molto prima che le voci riguardanti il suo enorme talento nella pittura iniziassero a circolare. Fu così che il pittore Diego Rivera iniziò prima a celebrare le sue doti, poi a corteggiarla, e infine a sposarla. La coppia convolò a nozze nel 1929, e questo in barba alla pessima reputazione di Rivera, donnaiolo impenitente (che tale poi si sarebbe effettivamente dimostrato). Quasi per ironia della sorte, dopo una relazione durata un decennio, la coppia entrò in crisi successivamente ad un aborto spontaneo e lui, tra tutte le donne che avrebbe potuto avere, scelse proprio la di lei sorella Cristina (alla quale, tra l’altro, Frida dedicò un unico ritratto). Incredibile ma vero ci fu un ritorno di fiamma poco tempo dopo e Frida, nonostante i trascorsi parecchio burrascosi, decise di tornare a sposare Rivera nel 1940, a San Francisco. Per tutto il resto della sua vita, segnata da diverse relazioni extraconiugali anche omosessuali, Frida Kahlo fu tormentata da seri malanni che tra le altre cose, nel 1953, la costrinsero a farsi amputare una gamba. Il dolore più lancinante mai vissuto, tuttavia, fu probabilmente quello per quel figlio mai nato nonostante la sua travolgente e disperata voglia di maternità che, ahi lei, si sarebbe purtroppo portata fino alla tomba. La pittrice scomparse all’età di 47 anni per embolia polmonare: Frida fu cremata e oggi le sue ceneri sono conservate nella sua adorata Casa Azul, oggi trasformata in museo.
Lo stile
Subito dopo l’incidente in bus i genitori dell’artista le regalarono un letto a baldacchino con uno specchio installato che sarebbe diventato a lungo il suo compagno di pennellate. Prendendosi del tempo per osservare le sue ferite, fisiche ma anche psichiche, l’artista fu in grado di trasporre su tela una sofferenza difficile da descrivere a parole e un rapporto con il suo corpo martoriato che sarebbe riduttivo definire problematico. A tutto ciò è cruciale accostare anche gli elementi profondamente legati alla tradizione popolare messicana, ricca di folklore, e a tratti magia, indissolubilmente connessa anche al mondo dell’ aldilà. Le sue opere, dallo spiccato approccio surrealista, prevedevano però spesso anche una discreta dose di humour, elemento con il quale, chissà, forse Frida Kahlo cercava di edulcorare una vita passata a dover affrontare dolori fisici (e non solo) di ogni tipo.
Nella cultura popolare
La storia di Frida e i suoi tormenti sono stati raccontati sul grande schermo da due pellicole: la prima, ‘Frida Naturaleza Viva’, fu diretta da Paul Leduc nel 1986 e vide l’attrice Ofelia Medina nel ruolo di protagonista; tuttavia, la Frida cinematografica più celebre è probabilmente quella interpretata da Salma Hayek nel film candidato all’Oscar firmato da Julie Taymor e uscito nel 2002. Una piccola curiosità, infine: l’immagine di Frida Kahlo, pur in altre vesti ben più colorate, l’abbiamo vista rappresentata anche nel film della Disney ‘Coco’, uscito nel 2017. La pellicola d’animazione, ambientata proprio in Messico, racconta la storia del giovane Miguel, un ragazzino che all’improvviso si trova catapultato nell’al di là e che andrà alla ricerca delle vere origini della sua famiglia. In questo viaggio incredibile, ad un certo punto, il protagonista incontrerà proprio lo scheletro dell’ormai defunta Frida, che spiegherà al bambino che è impegnata a lavorare ad una performance prevista per il concerto di Ernesto de la Cruz, ma che sta avendo difficoltà a trovare l’ispirazione giusta per il suo imminente show. Miguel suggerisce alcuni elementi da aggiungere, che Frida trova interessanti, e complimenta il talento del ragazzo mentre Miguel spiega che spera di diventare un musicista; appassionandosi al suo sogno, Frida incoraggia Miguel a seguirlo. Esprime anche fastidio per de la Cruz poiché non viene mai alle prove, preferendo invece organizzare una festa sfarzosa. Più tardi, Miguel e la sua famiglia recluteranno la stessa Frida per aiutarli a intrufolarsi nel concerto di Ernesto per recuperare la foto di Héctor che Ernesto aveva preso. Durante il suo numero di apertura, l’artista aiuterà così la famiglia nascondendoli tra i suoi ballerini, dando loro così accesso al backstage e sventando il piano malefico di De la Cruz stesso.