Roma, 1 febbraio 2014 - “Gli operatori devono rispettare le disposizioni delle direttive Uccelli e Habitat, sotto la responsabilità dell’autorità competente croata. Gli Stati membri devono adottare provvedimenti che vietino di perturbare deliberatamente le specie marine rigorosamente tutelate come i cetacei e le tartarughe marine, in conformità della direttiva Habitat”.

È la risposta del Commissario Ue all'Ambiente Janez Poto?nik all'interrogazione dell'eurodeputato PD Andrea Zanoni, membro della commissione ENVI Ambiente, Sanità Pubblica e Sicurezza Alimentare al Parlamento europeo, sulle ricerche di idrocarburi che la società norvegese Spectrum sta conducendo lungo le coste croate in Adriatico.

“La Commissione è attualmente impegnata a verificare se tutti gli obblighi sono stati rispettati ed è in attesa che le autorità croate competenti le forniscano chiarimenti sul progetto in questione”.  “Le autorità croate sono quindi avvisate: o si rispettano le normative ambientali europee oppure si incorre in una procedure d'infrazione. Vista la vicinanza con le coste del Nord Est italiano, sorveglierò molto da vicino lo svolgimento di questi lavori e non esiterò a denunciare a Bruxelles eventuali rischi per l'ecosistema marino”, commenta Zanoni.

La risposta del Commissario Ue parla chiaro: “Tra gli elementi da tenere in considerazione per il rilascio dei permessi, ci sono gli effetti prodotti sugli ecosistemi marini e sugli habitat vulnerabili, e ciò nel rispetto del protocollo offshore della Convenzione di Barcellona per la protezione dell’ambiente marino e del litorale del Mediterraneo, alla quale l’UE ha aderito nel 2012”.

“Ho già avuto modo di denunciare a Bruxelles la preoccupante moria lungo alcune coste italiane dell’alto Adriatico di tartarughe marine comuni (Caretta caretta), con 165 esemplari morti in meno di due mesi affinché si verifichino eventuali collegamenti con le ricerche di idrocarburi”, aggiunge l'eurodeputato.

Poto?nik aggiunge che “la direttiva quadro sulla strategia per l’ambiente marino (2008/56/CE) obbliga gli Stati membri a elaborare strategie per l’ambiente marino per conseguire un buono stato ecologico delle acque entro il 2020. L’inquinamento acustico subacqueo costituisce uno dei principali problemi da affrontare”.

La Commissione conclude facendo sapere che “i Direttori delle Acque degli Stati membri hanno approvato recentemente un documento, di prossima pubblicazione, contenente delle linee guida per il monitoraggio dell’inquinamento acustico subacqueo”. Zanoni recentemente aveva sollevato anche il problema di possibili disastri simili a quello avvenuto nel golfo del Messico con la BP, nel caso venissero realizzate in Adriatico decine di piattaforme per l’estrazione del petrolio.
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