di Lorenzo Gallitto
Roma, 11 gennaio 2014  - Il sistema della natura è complesso e articolato. Per questo non può sorprendere la conclusione a cui è giunto uno studio pubblicato sull'ultimo numero della rivista Science. Scienziati della Oregon State University hanno studiato  la condizione e l'importanza ecologica dei 31 più grandi carnivori mammiferi del mondo. Per arrivare a concludere che i grandi predatori in cima alla catena alimentare come leoni, tigri e orsi hanno  un grande effetto stabilizzante sugli ecosistemi di tutto il mondo e vanno preservati.

I grandi carnivori, leopardi, leoni, lupi, puma e dingo, sono in grado, con la loro azione, di conservare il bilanciamento degli ecosistemi. E' il loro "lavoro" che consente, attraverso gli effetti diretti e indiretti, di migliorare la biodiversità, mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici e regolare le malattie. Svolgono, i grandi carnivori, una funzione sociale per il mantenimento dell'equilibrio.

Così, ad esempio, i lupi grigi che anche in Italia, proprio in questi giorni, sono al centro di polemiche e violenze (solo in Maremma sono stati numerosi gli esemplari uccisi) hanno una funzione fondamentale per gli eco sistemi. La considerazione vale per l'Europa ma anche per gli Stati Uniti, dove è in corso una campagna di caccia su larga scala, soprattutto nelle Montagne Rocciose e nelle Regioni dei Grandi Laghi.

La presenza di questi animali determina positivi effetti a cascata, come il mantenimento sotto controllo delle popolazioni di rapaci erbivori, in modo da consentire alle piante legnose di prosperare e immagazzinare più carbonio. E' un dato importante da valutare anche in considerazione dei danni che i grandi carnivori possono provocare. La loro assenza, dicono gli studiosi, ha conseguenze ben peggiori per interi ecosistemi. Vale per gli Usa, per l'Europa e per l'Italia, ovviamente.
Lorenzo Gallitto
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