Roma, 1 ottobre 2013 - Nomi inventati ma circostanze vere. La storia di Lady, una cagnolina "ereditata" e molto amata, insegna che non c'è limite alla prepotenza umana e, soprattutto, non ci sono garanzie per chi si trova a finire in mezzo ad ingranaggi stritolatori.
 

Andrea eredita Lady dal padre. E' una cagnolina simil caccia che, invecchiando, si ammala. Il veterinario di famiglia la segue con attenzione e diagnostica un'insufficienza renale grave con prognosi, purtroppo, infausta. Andrea, però, non si arrende e tenta la visita con un secondo specialista che non fa altro che confermare quanto detto dal collega: per la piccola non ci sono speranze.

La caparbietà e l'amore di Andrea per Lady lo spingono verso un terzo veterinario. Qui arriva la sorpresa. L'insufficienza renale c'è, dice anche questo terzo dottore, ma forse qualcosa si può tentare. Secondo il suo parere, infatti, l'insufficienza renale sarebbe determinata da un'infezione uterina. Con un intervento di rimozione dell'utero si potrebbe alleviare anche la sofferenza renale.

Questo è quanto dice ad Andrea che sembra toccare il cielo con un dito. Gli è stata data una speranza per Lady. Questo signor Terzo, ovvero il veterinario della speranza, scrive anche una lettera ai colleghi che, precedentemente, avevano visitato il cane per condividere la propria teoria. I due, però, restano scettici. Così Andrea accetta di operare Lady che, però, dopo due giorni muore.

Andrea chiede al secondo veterinario interpellato di effettuare l'autopsia e lo specialista accerta che erano state asportate <parte delle corna uterine>. Non tutto l'utero, quindi. Il padrone disperato torna dal dottor Terzo e chiede spiegazioni. Ne nasce un alterco.

Andrea vorrebbe indietro il denaro già versato per l'intervento (200 euro), il veterinario pretende il saldo (altri 430 euro). Poi il dottor Terzo scrive ad Andrea una lettera con la quale pretende il denaro pattuito. Andrea non paga e gli arriva una lettera dell'avvocato che gli intima di pagare e aggiunge 100 euro di spese legali.

Il proprietario di Lady, a questo punto, presenta un esposto all'Ordine dei medici veterinari. In più, trova un luminare del ramo disposto ad analizzare reperti e fatti. Nella relazione del megaspecialista si sottolineano vari punti, compreso quello dell'impossibilità di vedere l'infezione all'utero di cui Terzo aveva parlato.

Conclude elencando tutta una serie di incongruenze di cui il collega dal bisturi facile si sarebbe reso responsabile. L'Ordine avvia l'istruttoria e chiede una memoria difensiva a Terzo. Lui si difende e nega ogni errore. L'Ordine decide, allora, di commissionare il parere di un accademico esterno sull'intera vicenda. E il consulente non può che concordare con il mega specialista e con gli altri colleghi. Insomma, Terzo non ha ragione.

Eppure l'Ordine decide, a sorpresa, di archiviare il tutto. E, come se tutto questo non fosse sufficiente a scatenare parecchi dubbi, Andrea si è anche visto denunciare dal dottor Terzo per diffamazione. Ed è stato condannato. Perché gli aveva detto: <Mi ha operato il cane per niente>. 
 

Questi i fatti sui quali è lecito interrogarsi. Non tanto sulla serietà del singolo professionista (ce ne sono migliaia serissimi) ma sulle tutele offerte a chi ha un animale. Gli Ordini dovrebbero servire proprio a questo.

Come sottolinea Arca 2000 onlus che della malasanità animale ha fatto ragione di lotta quotidiana, non esistono allo stato attuale le garanzie di cui gli umani dispongono, come per esempio quella del consenso informato. Arca 2000 non si accontenta di raccomandare a tutti, anche alla luce della brutta esperienza di Andrea e di molti altri casi negativi, di scegliere con cura il proprio veterinario.

Vuole andare oltre e chiedere nuove tutele di legge per le famiglie che ospitano un pet. Un altro esempio che l'associazione cita è quello dell'obbligo di conservare la cartella clinica completa, da esibire in caso di necessità.

Andrea va avanti e ha presentato una nuova denuncia ma è importante che cambi il quadro normativo e, dice Arca 2000 onlus, anche gli animali e le loro famiglie possano godere di qualche tutela. Da rivedere, poi, il senso degli Ordini professionali che dovrebbero essere a garanzia dei cittadini ma che, a volte, sembrano piegarsi a logiche di altro tipo.

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