Roma, 10 gen. (Labitalia) - Far ripartire il Paese. Attraverso profonde riforme strutturali, in particolare in lavoro e welfare, formazione e ricerca, e nella pubblica amministrazione. Utilizzando il 'potenziale inespresso' dei trenta/quarantenni, e realizzando così un profondo ricambio generazionale delle classi dirigenti. E' questo l'obiettivo del 'Manifesto delle giovani classi dirigenti', promosso da Federmanager, l'Associazione classi dirigenti delle pubbliche amministrazioni - Agdp, Numeri Primi e Concreta-Mente, e presentato oggi a Roma.

Giovani manager pubblici e privati hanno quindi messo 'nero su bianco' una possibile 'road map' per la crescita del Paese. "Sicuramente abbiamo deciso di aderire al progetto insieme all'associazione giovani dirigenti pubblici -spiega a Labitalia Emanuele Schirru, coordinatore giovani dirigenti Federmanager Roma- perchè crediamo nella sinergia tra dirigenza pubblica e privata, perchè questo può portare a innovazione e nuove idee, soprattutto per il nostro Paese. Con questo lavoro siamo riusciti a tirare fuori delle proposte per la crescita che sono innovative e puntano all'occupazione giovanile e femminile, all'innalzamento della ricerca e anche degli investimenti nelle aziende".

Un cambiamento che passa attraverso profonde riforme. "Abbiamo presentato un contributo sul sistema fiscale -aggiunge- che deve essere più equo, evitare sistemi solo di premialità fiscale, ma puntare anche a redistribuire il gettito fiscale verso l'innovazione e gli investimenti nelle aziende". Il tutto deve passare, secondo Schirru, attraverso un ricambio generazionale. "Il nostro è un ruolo concreto, apartitico, di intervento -sottolinea- anche organizzativo, sulla pubblica amministrazione e sulle nostre stesse imprese".

Il processo di cambiamento per la 'rinascita' del Paese, secondo il 'Manifesto', deve passare sia dall'ambito pubblico sia da quello privato. "Quello che proponiamo -dice a Labitalia Giovanni Savini, vicepresidente Agdp- sono una serie di iniziative per fare ripartire il Paese, che ha davvero bisogno di profonde riforme strutturali, ma soprattutto di un ricambio di idee e di classe dirigente".

Classe dirigente che dovrà essere veramente 'nuova'. "La nostra idea -aggiunge Savini- è che bisogna utilizzare al meglio, come succede in tutti i grandi Paesi europei, il potenziale inespresso dei quarantenni, cercando in questo modo di svecchiare la pubblica amministrazione, ma anche il mondo delle imprese e delle professioni, e far riprendere così un percorso di crescita, condizione essenziale per uscire da questa situazione di crisi".

E, sottolinea Savini, "dal punto di vista operativo, noi riteniamo che la priorità per i prossimi anni debba essere un investimento massimo sulla formazione e sulla ricerca". "La conoscenza - rimarca- è il vero 'petrolio' dell'epoca moderna, su cui questo Paese da troppo tempo ha smesso di investire". Senza dimenticare che la ripresa passa dalla P.a. "Il rilancio del Paese -conclude Savini- non può prescindere dal rilancio della sua pubblica amministrazione".

E a sottolineare il carattere 'nuovo' del 'Manifesto' è Leonardo Bertini, segretario generale 'Concreta-Mente': "E' un'iniziativa trasparente, da basso, che ha portato giovani dirigenti pubblici e privati a discutere e a mettere insieme proposte operative e anche di medio periodo".

D'accordo con il carattere innovativo della proposta anche Matteo Miccio, presidente 'Numeri Primi', che ha sottolineato come oggi l'Italia non sia "un paese per giovani, ma può tornare ad esserlo, non si può sottrarre a un ricambio generazionale".