Roma, 13 dic. (Labitalia) - Credibilità, rispetto, equità, orgoglio e cameratismo. Cinque macroaree analizzate tramite cinquantanove domande per valutare il fattore 'F', inteso come Felicità, che decide se un'azienda è o no un buon posto in cui lavorare. Ad occuparsi della classifica è, da più di 20 anni, 'Great Place to Work', che si rivolge ai dipendenti chiedendo loro di valutare il proprio posto di lavoro tenendo in considerazione domande circa temi come: criteri per l'assegnazione delle promozioni, possibilità di divertirsi, voglia di impegnarsi.

"Attraverso i nostri sondaggi - spiega Gilberto Dondè, presidente di 'Great Place to work Italia' - misuriamo il livello di fiducia negli ambienti di lavoro dalla prospettiva dei collaboratori. Decliniamo questa misura in cinque dimensioni: credibilità, rispetto, equità orgoglio e cameratismo".

"Indipendentemente dal Paese, dal settore o dalle dimensioni - osserva - tutte le nostre best companies fanno un ottimo lavoro nel creare una cultura distintiva che costruisce e mantiene la fiducia tra collaboratori e management".

"Le aziende europee - fa notare Dondè - se paragonate a quelle sudamericane hanno rating più elevati, che include sia il riconoscimento monetario sia quello non monetario e le promozioni. Da un lato, le organizzazioni che risiedono in America Latina hanno valori costantemente superiori in termini di orgoglio. Le organizzazioni del Nord, generalmente hanno valori molto elevati in termini di rispetto, che misura tra le pratiche di 'work-life balance' (bilanciamento della vita lavorativa e di quella personale)".

"Dall'altra parte, le aziende del Sud - dice - hanno valori di cameratismo più elevati. In termini globali, riconosciamo specificamente quelle organizzazioni che hanno successo nel creare ambienti di lavoro eccellenti in tutte le zone del mondo. Queste aziende, generalmente, hanno valori molto alti di credibilità, che misura il modo in cui il management comunica con i propri collaboratori e come il management gestisce il business".

"In svariati modi e in diversi contesti - osserva Susan Lucas-Conwell, global ceo di 'Great place to work' - la crisi è servita solo ad accrescere il bisogno di creare e mantenere una cultura che promuova l'eccellenza dell'ambiente di lavoro. E' proprio in periodi come questo che le aziende devono comunicare ancora di più e più apertamente con le persone. Dopo tutto, dal punto di vista dei manager, un ambiente di lavoro eccellente è un ambiente in cui si raggiungono gli obiettivi aziendali, con collaboratori che danno il loro meglio e lavorano insieme come una squadra e una famiglia, il tutto in un contesto in cui si respira un elevato il livello di fiducia".