Roma, 19 ott. (Labitalia) - "Oggi si legittima il videogioco come opera d'arte e prodotto d'eccellenza". Così Raoul Carbone, amministratore del Vigamus e presidente Aiomi, Associazione italiana opere multimediali interattive, parla con Labitalia, oggi in occasione dell'inaugurazione del 'Vigamus', 'The video game museum of Rome', il primo museo del videogioco. Patrocinato dall'assessorato alle Politiche Culturali e centro storico di Roma capitale e situato in uno spazio di circa 1.000 mq, sottolinea Carbone, "non è soltanto il primo e unico museo italiano del videogioco, ma un vero e proprio centro studi e ricerche dedicato a questo nuovo e affascinante medium, che ospiterà ogni genere di attività e iniziative per coniugare svago e cultura e creare un polo di attrazione per tutti gli appassionati".

"L'industria del videogioco - fa notare - sta osservando negli ultimi anni un deciso trend di crescita, sia nei volumi di vendita che nelle dimensioni del mercato; a fronte di questa situazione è palese rilevare la mancanza di un soggetto che possa fungere da raccordo fra le due realtà del mercato e dei consumatori".

"Il museo del videogioco - osserva - vorrebbe andare a colmare anche questo vuoto (istituzionale e culturale), fungendo da collettore delle esigenze di entrambe le realtà, per poi dare vita a iniziative ed eventi che possano essere reale specchio dei bisogni del mercato legato all'intrattenimento interattivo".

"Vigamus - ricorda Raoul Carbone - al suo interno ospita una mostra permanente, con oltre 250 pezzi esposti e più di 65 pannelli illustrati (in lingua italiana e inglese), che ripercorre la storia del videogioco, inoltre ne promuove la cultura grazie a seminari e convegni e una mostra realizzata in collaborazione con la facoltà di Scienze Mmffnn dell'Università degli Studi di Roma 'Tor Vergata' dal titolo 'I volti del passato nelle immagini del futuro'".

"Grazie a un'area interattiva - aggiunge - si possono toccare con mano i titoli che hanno fatto la storia del videogioco e dare anche uno sguardo al futuro attraverso le nuove tecnologie del gaming. Uno dei pezzi più pregiati del museo è sicuramente i master disk di Doom, offerti gentilmente da id Software".

Il Museo ripercorre 54 anni di storia del videogioco, dal 1958 al 2012, ed esporrà 14 opere d'arte, tra cui 8 autoritratti (pezzi unici) rappresentanti i più significativi autori di videogiochi a livello mondiale.