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ZeroCalcare descrive Biella come la città dove si muore dentro: è davvero così?

25 novembre 2021
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Strappare lungo i bordi, la serie di ZeroCalcare (pseudonimo di Michele Rech) prodotta da Netflix, sta facendo parecchio discutere. Non è bastata la polemica sull’utilizzo del romano stretto che, secondo molti utenti, la rende incomprensibile senza sottotitoli; anche la visione della città di Biella ha aperto una diatriba contro il fumettista della Capitale.  

ZeroCalcare e Biella

Senza voler fare alcuno spoiler a chi non ha ancora completato le puntate della serie, basta dire che Biella è diventata nell’immaginario di ZeroCalcare (che ha ammesso di non aver mai visitato la città) lo scenario di un episodio poco piacevole. Ed è stata descritta come una città piuttosto vuota, in cui – soprattutto se si è giovani – si muore dentro.   Questa rappresentazione poco lusinghiera ha trovato d’accordo molti ragazzi biellesi, tra cui gli esponenti dell’associazione Bi Young, che hanno ammesso che il centro piemontese non offre particolari stimoli. Ha, però, anche scatenato la reazione contrarie di alcune personalità e del sindaco Claudio Corradino che ha visto in questo ritratto solo tanti luoghi comuni.  

Cosa fare a vedere a Biella

Biella, in effetti – pur non vivendo uno dei suoi periodi migliori, anche a causa dell’emergenza sanitaria – è una città che ha molto da offrire. Ecco 4 idee turistiche legate al capoluogo piemontese per dimostrare che, forse, ZeroCalcare un po’ si è sbagliato.  

1. Passeggiare per le vie del Piazzo

Il Piazzo è il quartiere più antico di Biella, di origini medievali, adagiato su una collina nella parte più alta della città e raggiungibile grazie alla funicolare. Passeggiando per questo quartiere è possibile imbattersi in costruzioni e palazzi risalenti al 1500 e fare un salto nella storia. Le diverse sfumature delle facciate di questi edifici rendono inoltre il centro storico di Biella particolarmente affascinante. Il più importante tra tutti è palazzo Ferrero con la sua torre ottagonale. Appartenuto in origine al nobile Sebastiano Ferrero, negli anni è stato anche una caserma militare e uno stabilimento idroterapico. Oggi è un centro congressi per eventi culturali e la sede del Biella Jazz Club.  

2. Fare trekking nella Valle Cervo

La Valle Cervo, a pochi km dal centro di Biella, pur non essendo particolarmente rinomata – viste le sue piccole dimensioni – è stata considerata dal Guardian una delle più belle d’Italia e tra le migliori per dedicarsi alle escursioni. Diversi sono infatti gli itinerari attrezzati, per trascorrere una giornata a contatto con la natura. Tra i più interessanti c’è quello che conduce fino a Rosazza, un paesino di 104 abitanti. Percorrendo un sentiero dolce di circa un’ora lungo il fiume Cervo si arriva infatti a questo caratteristico borgo a cui sono legati miti e leggende. Tra le costruzioni più suggestive c’è l’omonimo castello edificato nel 1883 su progetto dell’architetto Giuseppe Maffei. La costruzione è ispirata nelle linee agli antichi templi di Paestum ma anche all’architettura medievale di Volterra: l’arco del palazzo copia, infatti, quello di accesso alla città toscana.  

3. Visitare il Sacro Monte di Oropa

A Biella c’è anche spazio per il turismo religioso. Il Sacro Monte di Oropa è infatti un complesso a 1160 metri di altitudine costituito da 19 cappelle e considerato Patrimonio dell’Umanità UNESCO. È un luogo sacro dedicato al culto Mariano e, in particolare, all’immagine della Madonna nera rappresentata in tanti affreschi e statue nelle diverse cappelle. Anche 12 di esse sono intitolate a Maria e, le restanti 7, riprendono invece altri episodi di Fede Cristiana. Quello di Oropa, nel territorio comunale biellese, è solo uno dei sei Sacri Monti Piemontesi, collegati tra loro dal cammino CoEUR. Per gli amanti del trekking, c’è un cammino in 4 tappe che conduce a Oropa.  

4. Scoprire il MeBo, Menabrea Botalla Museum

Particolarmente adatto a un pubblico di giovani e, più in generale, agli amanti della birra e del buon cibo, è il MeBo, il museo dedicato alla produzione della birra Menabrea e del formaggio Botalla. Aperto nel 2007, grazie all’amicizia che lega gli amministratori delle due aziende, il museo collega due grandi eccellenze italiane e biellesi e ne racconta la storia. Il birrificio Menabrea ancora in funzione, la cui sede si trova accanto al museo, è infatti strettamente legato alla città ed è più antico d’Italia. E il formaggio Botalla fa parte della tradizione gastronomica tipica di Biella. Dall’unione dei due marchi, voluta proprio per promuovere il territorio, è anche nato lo “sbirro”, formaggio alla birra. Il museo è aperto tutti i giorni tranne il lunedì dalle 14:00 alle 19:00. Il biglietto d’ingresso, acquistabile solo se in possesso di Green Pass, costa 5 euro.