Vini di Sicilia: 10 etichette per gustare tutta l’isola dall’aperitivo al dopocena
La nostra selezione tra le centinaia di etichette di 57 produttori assaggiate durante il tour Sicilia en Primeur. Preparate i calici (e i piatti da abbinare)

Assaggi a Sicilia en Primeur
Come ogni anno in maggio, il vino diventa protagonista in Sicilia con Sicilia en Primeur, un press tour che coinvolge cento giornalisti provenienti da tutto il mondo per un tour dell’isola, un convegno conclusivo e una degustazione tecnica di centinaia di etichette con l’incontro con 57 produttori membri di Assovini Sicilia.

Tra tutte le etichette provate, abbiamo scelto dieci vini per comporre un’esperienza degustativa completa, dall’aperitivo al dopo pasto. Eccole in ordine di servizio: preparate i calici!
1. Erice Doc Blanc de Blancs Brut, Fazio

È la Doc Erice ad aprire la nostra degustazione con una cuvée da uve di Chardonnay firmata Fazio. Le uve di questo spumante metodo Martinotti vengono raccolte a mano e sottoposte a pressatura soffice dopo un processo di macerazione a freddo delle bucce a contatto con il mosto. La fermentazione lenta e termo controllata e l’affinamento in autoclave per 8-10 mesi “sur lie” con agitazione giornaliera conferiscono allo spumante un’eleganza da metodo Champenoise: anche il naso, di crosta di pane e pasta di mandorle fresca, può trarre in dolce inganno. Durante l’aperitivo è imbattibile come accompagnamento per le fritturine.
2. Nero d’Avola Metodo Classico - Pas Dosé, Principi di Butera

Nelle antiche terre del Feudo Deliella il suolo, il sole e i venti rendono le colline dei Principi di Butera il luogo d’elezione del Nero D’Avola, qui vinificato per la prima volta con il Metodo Classico. C’è un vigneto di circa 3 ettari dedicato a questa creazione, dal sorso cremoso e dall’eleganza austera. Deciso come una lama, di grande personalità, questo Nero D’Avola Metodo Classico Pas Dosé nasce da uve vendemmiate in agosto - proprio per mantenere tutta l’acidità necessaria - pressate sofficemente: il mosto ottenuto sedimenta a freddo per 12 ore, segue poi la prima fermentazione in acciaio e l’affinamento per 8 mesi sulle fecce fini. Il tiraggio e lo stoccaggio in catasta per 24 mesi nelle cantine sotterranee precedono il remuage, fatto a mano su pupitre. Lo proponiamo con crudités di mare, sapendolo però perfettamente in grado di sostenere piatti ben più elaborati.
3. Fiano Bianco Terre Siciliane Igt, Mandrarossa

Dici Fiano e pensi alla Campania. Eppure Mandrarossa ha deciso di inserire nella sua linea di vini monovarietali anche questa varietà tipica di altre terre, scoprendo così che il Fiano in Sicilia tira fuori una personalità del tutto nuova. Non più idrocarburo e affumicatura così tipici del Fiano avellinese: in Sicilia questo vitigno dà un prodotto più fiorito ed erbaceo, di foglia di pomodoro e soprattutto di gelsomino carnoso. La sua particolarità migliore, però, è la sapidità, data dalla brezza marina che accarezza incessantemente le viti fino alla prima settimana di settembre, tempo di vendemmia. Dopo la criomacerazione delle uve a una temperatura di 5-8°C per un massimo di sei ore, il mosto fermenta poi per 15/20 giorni a 16-18°C. La maturazione, poi, avviene per 4 mesi in vasche di acciaio. Arrivati a questo punto della degustazione, lo abbiniamo a un’insalata di riso alla siciliana, con olive e pomodori secchi.
4. Contrada Sciaranuova Etna Bianco, Tasca D’Almerita

Lo Sciaranuova bianco 2022 è la novità di Tenuta Tascante, un Carricante che nasce da nemmeno un ettaro di vigneto, impiantato nel 2017, come esperimento decisamente riuscito. Il passaggio in botte di rovere di Slavonia da 25hl a temperatura controllata ha consentito al vino di riposare sulle sue fecce fini per un anno, prima di rilasciare nel calice tutti i suoi sentori di pompelmo e anice selvatico. La sua forza, sul lungo termine, sarà la longevità: intanto lo beviamo con i primi piatti, ad esempio con una pasta o un risotto al sapore di mare, o meglio ancora con un etneo arancino (con la o).
5. Disiata Frappato Rosato Terre Siciliane Igt, Tenute Navarra

I filari di Frappato di Totò Navarra sono filari fortunati: crescono in pieno sole, sulle colline siciliane di Caltanissetta, tra ulivi e mandorli sempre carichi di frutti. Le Tenute Navarra occupano 175 ettari immersi in un territorio unico per le sue caratteristiche geomorfologiche e sociali, una “terra di mezzo” tra il mare della costa Sud e le campagne dell’entroterra siciliano: qui il Frappato viene interpretato sia nella sua versione tradizionale sia vinificato come rosé, anche come spumante. Il rosato Disiata arriva sulla nostra tavola dopo 5 mesi passati sui lieviti e un mese passato in bottiglia, pronto ad accompagnare cous cous o fregole di mare o anche secondi piatti a base di carni bianche e verdure (condite con l’olio della tenuta, una gemma color Chartreuse).
6. Bianco Macerato Terre Siciliane Igt Arancino, Caruso&Minini

C’è chi ama il macerato e chi no. Ma Arancino di Caruso&Minini non lo si può che amare: pulito, terso, sapido, è l’orange wine perfetto che abbiamo cercato e trovato, infine, in Sicilia. Catarratto in purezza vendemmiato a mano a settembre, poi macerazione del mosto a contatto con le bucce e criomacerazone. A seguire, illimpidimento statico e affinamento in acciaio. Un vino biologico erbaceo e di personalità, ramato - quasi fulvo - con un ricordo di scorze candite sul fondo del bicchiere. Lo abbiniamo con un vitello tonnato alla maniera di Cuneo, giusto per ricordare quanto Sicilia e Piemonte stiano bene insieme.
7. Rosso Terre Siciliane Igp “O” Orisi, Santa Tresa

Nato dalla libera impollinazione tra Sangiovese e Montonico Bianco, Orisi è stato a lungo il vitigno dimenticato dei Nebrodi, almeno fino a che la cantina Santa Tresa non ha avviato insieme alla Regione Sicilia un progetto sperimentale per il suo recupero. Da vitigno reliquia Orisi è diventato presto un simbolo di fiducia nel potenziale vinicolo siciliano e, soprattutto, un vino capace di raccontare tutta la potenza ctonia di questa terra sorprendente. “O” di Santa Tresa viene prodotto con uve 100% Orisi raccolte a mano nella seconda metà di settembre, per passare poi in botti di rovere di Slavonia. Ultimato il processo fermentativo, Santa Tresa ricolma le botti con lo stesso vino fino a sommergere il cappello di bucce: in queste condizioni il vino svolge spontaneamente la fermentazione malolattica e affina fino alla vendemmia successiva, per poi proseguire l’affinamento in acciaio per 4-5 mesi. Bella la spezia che ne consegue, accompagnata da cedro, frutta rossa e frutta viola. Lo mettiamo qui, all’inizio del servizio dei secondi: tiene bene sia pesce in guazzetto sia carni dalle cotture e dai condimenti non troppo elaborati.
8. Terre Siciliane Igp Rosso Terra dei Sogni, Vivera

La Sicilia è davvero la Terra dei Sogni: qui, a Corleone, la cantina a conduzione femminile Vivera vinifica vitigni internazionali come Cabernet Sauvignon, Syrah, Merlot e Petit Verdot per proporre un vino dall’anima e cuore locale. Le uve vengono raccolte a mano e poi sottoposte a una breve macerazione a freddo e poi fermentate e macerate a temperatura controllata per dieci giorni. L’affinamento viene svolto in acciaio e poi in botte di rovere francese per 24 mesi: finisce l’affinamento in bottiglia prima di arrivare sulla tavola. Se bevuto subito, manda al naso e alla memoria sentori di lavanda e noce moscata; se tenuto in attesa qualche anno, vira sul cuoio e su una deliziosa vaniglia. Lo beviamo su dei maccheroni al ragù, sulle lenticchie o su un arrosto.
9. Rosso Terre Siciliane Igt Cuvée Suzanne, Vinding Montecarrubo

La storia di Cuvée Suzanne nasce lontano dalla Sicilia, in Danimarca. È danese infatti Peter Vinding-Diers, già produttore di vino in Sudafrica, Bordeaux, Brasile, Kenya, Spagna, Cile e Ungheria, approdato a Melilli (Siracusa) con la moglie e con l’intenzione di portare sull’isola la sua espressione dei grandi vitigni internazionali. Basti pensare che, per iniziare, Peter Vinding-Diers ha rintracciato e trovato due selezioni massali di piante di Syrah nell'Hermitage della Côtes du Rhone in Francia. Cuvée Suzanne è infatti il rosso Igt Terre Siciliane della cantina a base di Merlot, Syrah e Cabernet Franc dalla personalità spiccata: un outsider, senza dubbio, capace di rendere felici gli appassionati del genere. Lo abbiniamo a dei formaggi erborinati del Rodano o della Savoia, per portare a termine fino in fondo questo lungo viaggio in linea retta dalla Francia a Melilli.
10. Marsala Single Barrel Vergine Riserva, Pellegrino

La degustazione non può che chiudersi con un vero pezzo d’autore: il Marsala Single Barrel è un’idea di Pellegrino, storica cantina attiva a Marsala dal 1880, nata praticamente con l’invenzione del marsala stesso. Nel 2019 il mastro cantiniere, responsabile dell’assemblaggio dei grandi marsala Pellegrino, ha scoperto che la botte numero 167 del 2001 (contenente marsala vergine riserva) per circostanze inspiegabili ma dovute senz'altro all’interazione tra vino, legno e ossigeno, ha avuto una resa eccezionale. Così Pellegrino ha deciso di creare con la botte 167 il primo marsala Single Barrel della storia, prodotto in tiratura limitata e numerata. Esperienza poi ripetuta nel 2025 con la botte numero 018. Riflessi ambrati su biondo veneziano, al sorso è sapido e setoso, quasi marino. Quando arriva il legno, porta con sé le resine e tutte le spezie d’Oriente, dal chiodo di garofano alla cassia. Certamente lo si può degustare con formaggi duri e sapidi come il Parmigiano Reggiano o il pecorino siciliano, ma c’è chi lo accosta con successo al cioccolato di Modica. Noi lo beviamo da solo.