Il Risveglio del Ceppo: vino e cosmetici da vigne ultracentenarie di Barbera
Il progetto enologico, artistico e culturale della cantina Sei Castelli. L’enologo e direttore Enzo Gerbi: “Salvaguardato un patrimonio genetico unico sopravvissuto alla fillossera”

La Barbera Il Risveglio del Ceppo e la sede della cantina Sei Castelli
C’è un luogo - tra i sei castelli di Agliano Terme, Castelnuovo Calcea, Moasca, San Marzano Oliveto, Calosso e Costigliole d’Asti - dove un tesoro fatto di tralci e radici in senso non simbolico ha rischiato di sparire completamente dalla scena. Un rischio evitato grazie all’intuizione dell’enologo e direttore della cantina Sei Castelli Enzo Gerbi, che con Salvatore Giacoppo e Monica Meneghelli ha ridato vita e senso a un patrimonio viticolo altrimenti destinato all’oblio.
Il Risveglio del Ceppo è il nome poetico che ha assunto questa iniziativa di recupero enologico e artistico di ceppi antichi di Barbera provenienti da vigne ultracentenarie, piantate appena dopo il grande disastro europeo della fillossera: un progetto scientifico iniziato nel 2010 e che oggi viene sublimato in bottiglia e nel museo “L’anima del vino”.

Il progetto di recupero
Partiamo dal vino, appunto. “Era il 2009 quando io e Salvatore Giacoppo ci siamo resi conto che alcune vigne ultracentenarie, quasi al termine del loro ciclo vitale, rischiavano di essere perdute per sempre - spiega l’enologo Gerbi -. Si trattava di una testimonianza fisica incredibile, perché dimostrava la resistenza e il carattere della Barbera, sopravvissuta alla fillossera - pur con grandi perdite - grazie anche al suo patrimonio genetico unico. Abbiamo così deciso di recuperare quel particolare capitale genetico, non solo per farne un vino ma soprattutto per salvaguardare qualcosa di irripetibile, da trasmettere alle generazioni future”.
Il progetto è stato subito avviato in collaborazione con l’Università di Torino, partendo da una fase di selezione di 34 ceppi con caratteristiche particolari, poi moltiplicati e sottoposti a una prima analisi scientifica. Da quel lavoro sono stati quindi selezionati nove individui per le microvinificazioni e gli studi in cantina, che sono stati infine ridotti a quattro ceppi considerati eccezionali sia dal punto di vista agronomico sia dal punto di vista enologico.

I vini
Da questi quattro individui è nata la linea Il Risveglio del Ceppo, che comprende oggi una grappa, un Vermouth, un Chinato e ovviamente una Barbera d’Asti, oltre a una linea cosmetica e per la casa su cui torneremo dopo. Della linea fa parte anche Perluna, un sorprendente spumante metodo Martinotti rosato Extra Brut a base Barbera (ovviamente) che è stato protagonista di un evento al Centro Enoturistico a Castelnuovo Calcea con lo show cooking dello chef Simone Grazioso, finalista di MasterChef. “Sono innamorato della Barbera, penso di averne vinificata una quantità irraggiungibile in tutta la mia carriera - ha detto il direttore Gerbi -. Chi la conosce nel profondo sa quanto siano incredibili il suo potenziale e la sua versatilità. Parliamo di un vitigno orientato alla grande produzione, alla quantità, e questa sua fama ha reso difficile il cambio di mentalità nel passaggio generazionale dei vigneti: per fortuna, i produttori oggi hanno capito che siamo di fronte a un vitigno capace di dire la sua anche in ottica internazionale, e che è arrivato il momento di restituire alla Barbera il suo manto vellutato di struttura ed eleganza”.
Il museo “L’anima del vino”
Non è un caso, perciò, che il progetto Il Risveglio del Ceppo passi anche attraverso la storia e la cultura. Dietro al museo “L’anima del vino” c’è la mano e la testa della curatrice Monica Meneghelli, che ha unito il lavoro dell’artista Ezio Ferraris a un percorso didattico e audiovisivo pensato per far conoscere la storia della Cantina Sociale Sei Castelli e della Barbera D’Asti. All’ingresso del museo, a risvegliare il cuore prima ancora del pensiero, ci sono le opere di Ferraris, create con ceppi antichi, coevi di quelli recuperati da Gerbi e Giacoppo, visti attraverso l’occhio dello scultore. Cigni, alieni, giraffe, animali antropomorfi: spiriti del vigneto che oggi vegliano su un tesoro sublimato, dicevamo, nel bicchiere.

La degustazione
E a proposito di bicchiere. Nel calice la Barbera D’Asti Il Risveglio del Ceppo è scura, potente e già promettente nel suo futuro invecchiare. Ha sentori di fava di cacao e quel tocco di balsamico che la colloca immediatamente nel suo terroir. Lo spumante metodo Martinotti rosato Extra Brut Perluna le fa invece da eco, richiamando nel calice le fragoline di bosco con cui si sono sporcate le dita generazioni felici di bambini piemontesi.
Enoturismo
Il progetto della cantina è anche turistico: eventi, aperitivi ed esibizioni musicali - con tanto di concerti di pianoforte in quota - sono parte di un lavoro improntato alla valorizzazione di un territorio già amato ma non sempre conosciuto nella sua interezza. Della linea Risveglio del Ceppo fa parte, anche per questa ragione, una collezione di cosmetici e di essenze per la casa a base di vinaccia di Barbera. Menzione speciale per la candela Viteus Vitifoliae, nome scientifico dell’insetto più noto come fillossera, che appare anche nel disegno in china sul portacandela in vetro. Scelta coraggiosa, apotropaica.