Calici e memoria. Se la Barbera sfida il tempo

In Piemonte, tra i sei castelli di Agliano Terme, Castelnuovo Calcea, Moasca, San Marzano Oliveto, Calosso e Costigliole d’Asti,...

di CAMILLA GARAVAGLIA
6 giugno 2025
In Piemonte, tra i sei castelli di Agliano Terme, Castelnuovo Calcea, Moasca, San Marzano Oliveto, Calosso e Costigliole d’Asti,...

In Piemonte, tra i sei castelli di Agliano Terme, Castelnuovo Calcea, Moasca, San Marzano Oliveto, Calosso e Costigliole d’Asti,...

In Piemonte, tra i sei castelli di Agliano Terme, Castelnuovo Calcea, Moasca, San Marzano Oliveto, Calosso e Costigliole d’Asti, c’è un luogo dove un tesoro fatto di tralci e radici ha rischiato di sparire completamente dalla scena. Un rischio evitato grazie all’intuizione dell’enologo e direttore della cantina Sei Castelli Enzo Gerbi, che con Salvatore Giacoppo e Monica Meneghelli ha ridato vita e senso a un patrimonio viticolo perduto. Il Risveglio del Ceppo è il nome poetico che ha assunto questa iniziativa di recupero enologico e artistico di ceppi antichi di Barbera provenienti da vigne ultracentenarie piantate appena dopo il grande disastro europeo della fillossera: un progetto scientifico iniziato nel 2010 e che oggi è sublimato in bottiglia e nel museo “L’anima del vino”.

"Era il 2009 quando io e Salvatore Giacoppo ci siamo resi conto che alcune vigne ultracentenarie, quasi al termine del loro ciclo vitale, rischiavano di essere perdute per sempre – spiega l’enologo Gerbi –. Si trattava di una testimonianza fisica incredibile, perché dimostrava la resistenza e il carattere della Barbera, sopravvissuta alla fillossera grazie anche al suo patrimonio genetico unico. Abbiamo così deciso di recuperare quel particolare patrimonio genetico, non solo per farne un vino ma soprattutto per salvaguardare qualcosa di irripetibile, da trasmettere alle generazioni future".

Il progetto è stato avviato in collaborazione con l’Università di Torino, partendo da una fase di selezione di 34 ceppi con caratteristiche particolari, poi moltiplicati e sottoposti a una prima analisi scientifica. Da quel lavoro sono stati selezionati nove individui per le microvinificazioni e gli studi in cantina, che hanno infine decretato l’esistenza di quattro ceppi considerati eccezionali sia dal punto di vista agronomico sia enologico. Da questi quattro individui è nata la linea Il Risveglio del Ceppo, che comprende oggi una grappa, un vermouth, un chinato e ovviamente una Barbera d’Asti, oltre a Perluna, uno spumante metodo Martinotti rosato Extra Brut a base Barbera. Della linea Risveglio del Ceppo fa parte anche una collezione di cosmetici e di essenze per la casa a base di vinaccia. Menzione speciale per la candela Viteus vitifoliae, nome scientifico dell’insetto più noto come fillossera, che appare anche nel disegno in china sul portacandela in vetro: una scelta anticonformista e coraggiosa.

Per scoprire Il Risveglio del Ceppo, da venerdì 20 a domenica 22 giugno l’enologo Enzo Gerbi incontrerà il pubblico in un evento che prevede aperitivo, cena sotto le stelle e passeggiata tra i vigneti con un concerto esclusivo. All’evento parteciperanno anche diverse autorità, tra cui l’assessore regionale del Piemonte all’Agricoltura Paolo Bongioanni. Il progetto Il Risveglio del Ceppo, va sottolineato, passa anche attraverso la storia e la cultura. Dietro al museo “L’anima del vino” c’è la mano e la testa della curatrice Monica Meneghelli, che ha unito il lavoro dell’artista Ezio Ferraris a un percorso didattico e audiovisivo pensato per far conoscere la storia della Cantina Sociale Sei Castelli e della Barbera d’Asti. All’ingresso del museo ci sono le opere di Ferraris, create con ceppi antichi visti attraverso l’occhio dello scultore.