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Vini laziali specchio del territorio

di LORENZO FRASSOLDATI -
26 settembre 2021
Le osterie con “il vino dei Castelli a un tanto il litro” sono un ricordo del passato. Oggi Roma, fra le tante cose, è anche una vetrina importante dei vini del Lazio, regione enologicamente in forte crescita, con tante cantine che fanno ricerca e innovazione sui vitigni internazionali e su quelli autoctoni. L’Agro Pontino è un territorio dove non ti aspetti grandi vini, invece bisogna ricredersi. Il pioniere-demiurgo si chiama Antonio Santarelli; nella sua tenuta Casale del Giglio, a Le Ferriere, provincia di Latina,  ama sperimentare su terreni bonificati negli anni 30. La sua produzione è tutta declinata in stile bordolese (Cabernet, Merlot, Syrah, Petit Verdot, Sauvignon, Chardonnay) ma anche volta a rivalutare il Bellone, uva bianca autoctona laziale. Il suo Radix Bellone 2016, affinato in legni grandi-anfora-vetro è intenso al naso di  fiori gialli e aromi mediterranei; in bocca pieno e persistente, di grande sapidità e potenziale longevità (38-40 €, www.casaledelgiglio.it). In provincia di Latina, alle pendici del paese di Cori,  una grande realtà è la Cincinnato, storica realtà cooperativa vitivinicola (nasce nel 1947) di riferimento della regione. Le uve principali sono il Bellone per i bianchi e il Nero Buono per i rossi. Quest’ultima è un’uva autoctona proprio della zona di Cori e Cincinnato detiene quasi il 30% delle superfici vitate. Il Kora 2017, affinato 2 anni in botte, è un bel rosso, asciutto, di struttura, con sentori di cuoio e sottobosco, note balsamiche, perfetto sulla cucina romana ‘di sostanza’ (www.cincinnato.it, 14,50 €). Frascati è una delle denominazioni più conosciute del Lazio, da sempre ‘vino dei Papi’. Le uve del Frascati sono in prevalenza Malvasia di Candia, poi Trebbiano Toscano e Malvasia del Lazio. Fontana Candida (realtà di punta del gruppo GIV) è dal 1958 sinonimo di Frascati nel mondo.  Il Frascati Superiore Docg Santa Teresa 2020 è un bel bianco luminoso, fruttato e floreale, dai 13 ettari di vigne sulle colline in località Santa Teresa (10,50 € allo shop on line, www.gruppoitalianovini.it). Altra grande denominazione laziale è il rosso Cesanese, nelle tre declinazioni del Piglio, di Affile e di Olevano Romano. L’azienda agricola Damiano Ciolli  (7 ettari) si trova a Olevano, splendido borgo medioevale arroccato a circa 600 metri, ai piedi del Monte Celeste. Damiano e Letizia coltivano uva nel rispetto della naturalità del suolo e del vino, cercando freschezza ed eleganza. Ne è un bel esempio questo Cirsium 2018 Riserva, cru di uve Cesanese, affinato in botte grande-cemento-vetro. Buona struttura, equilibrio, eleganza, personalità (www.damianociolli.it, 25 €). Infine un ritorno agli internazionali con Omina Romana, grande tenuta (87 ettari) nata nel 2007 per volontà della famiglia Börner nella zona di Velletri, tra le colline vulcaniche e verdeggianti dei Castelli Romani che affacciano sul Tirreno. Tra monovarietali e blend un progetto all’insegna della massima qualità, passione e rigore. Hermes Diactoros II 2020 (blend uve bianche  Viognier, Bellone, Incrocio Manzoni e Petit manseng) è un entry level di gran classe, frutta esotica e agrumi al naso, al palato freschezza e grande sapidità (19 € www.ominaromana.com).