Valdobbiadene scrigno di botteghe storiche. A spasso nella tradizione, tra memoria e identità
Passeggiare per la cittadina nel cuore delle colline del Prosecco significa imbattersi in luoghi che non sono semplici esercizi commerciali, ma veri e propri scrigni di storie per compiere un viaggio all’interno di una comunità

In un’epoca in cui tutto scorre veloce le botteghe storiche di Valdobbiadene resistono, come ancore affondate nella memoria collettiva. Passeggiare...
In un’epoca in cui tutto scorre veloce le botteghe storiche di Valdobbiadene resistono, come ancore affondate nella memoria collettiva. Passeggiare per la cittadina nel cuore delle colline del Prosecco significa imbattersi in luoghi che non sono semplici esercizi commerciali, ma veri e propri scrigni di storie per compiere un viaggio all’interno di una comunità – che non ha mai smesso di raccontarsi attraverso i gesti quotidiani – in un originale percorso museale.
Molte di queste botteghe — alcune aperte da oltre un secolo — portano ancora i nomi di famiglia, passando di generazione in generazione. Dietro ogni insegna una narrazione legata all’identità sociale ed economica del territorio, parte integrante del paesaggio urbano e del tessuto culturale della città. Da Rebellato Calzature è possibile visitare il laboratorio, ancora intatto, in cui il capostipite, Franco, fabbricava nel secolo scorso i “dalmede“, gli zoccoli in legno tipici della zona calzati dai contadini per lavorare nei campi. Come la Paolo Gaio Arreda, bottega fondata dopo la Grande Guerra, che raccoglie l’estro di tre generazioni di falegnami.
Lasciandosi guidare dal naso ci si imbatte nei profumi del Panificio Al Campanile che produce pani e dolci tipici della zona. Sapori che nel 2016 sedussero una troupe giapponese in visita a Valdobbiadene che reclamò i titolari a insegnare la propria arte nel Paese del Sol Levante. Atmosfere retrò nel bar Da Rebuli, dove gli avventori si sfidano ancora a carte. La Torrefazione Spinetta espone invece nel suo locale una storica tostatrice degli anni Cinquanta, simbolo della tradizione e della qualità artigianale.
La storia dell’Antico Caffè Commercio inizia nei ruggenti anni Venti. Si narra che gli arredi d’epoca, interni ed esterni, provengano dallo storico Caffè Florian di Venezia.
La pasticceria Villa dei Cedri espone le creazioni – connubio tra gola e arte – del plurititolato maestro cioccolatiere Massimo Carnio (nella foto in basso a sinistra), campione italiano di cioccolateria nel 2015, erede di una tradizione familiare antica di decenni. Il Bar Alpino, rievoca le atmofere dei locali degli anni ’50, per brindisi dal sapore d’epoca. Nel Boutique Hotel Municipio 1815 – edificato su quella che nel Novecento fu la scuola primaria del paese – storia e modernità si fondono in un abbraccio senza tempo, per un’ospitalità empatica e raffinata.
E chi volesse comprendere i segreti del Prosecco, eccellenza del territorio, può visitare l’azienda vitivinicola Bortolin Angelo Spumanti, con la guida del vulcanico proprietario, Desiderio, che, tra passato e presente, ha raccolto e portato avanti il testimone di famiglia.
L’Osteria Senz’Oste, nella frazione di Santo Stefano, si distingue per la filosofia basata sulla fiducia. Non ci sono camerieri e i visitatori si servono autonomamente, lasciando un contributo volontario per ciò che consumano. Al Tipico di San Pietro di Barbozza, altro locale storico del territorio, i cicchetti vengono serviti in terrazza, con vista su un panorama mozzafiato. E per immergersi nella tradizione delle delizie locali, l’Ortofrutta Agostinetto, con la preziosa selezione doc dell’asparago bianco, l’Emporio Carni De Stefani e gli alimentari Lamonato e Dal Fabbro.
A tutela di questo patrimonio storico un progetto che vede in prima linea Ascom Confcommercio Imprese per l’Italia di Treviso, la Camera di Commercio di Treviso-Belluno, il Comune di Valdobbiadene e l’Associazione per il patrimonio delle Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene.