Un viaggio introspettivo con lo specchio dell’artista

Chi siamo, davvero, quando ci guardiamo allo specchio? E ‘chi’ vede un artista quando si ritrae? Sono queste le domande...

di Redazione Itinerari
1 giugno 2025
Chi siamo, davvero, quando ci guardiamo allo specchio? E ‘chi’ vede un artista quando si ritrae? Sono queste le domande...

Chi siamo, davvero, quando ci guardiamo allo specchio? E ‘chi’ vede un artista quando si ritrae? Sono queste le domande...

Chi siamo, davvero, quando ci guardiamo allo specchio? E ‘chi’ vede un artista quando si ritrae? Sono queste le domande che guidano la mostra ’Il ritratto dell’artista. Nello specchio di Narciso’ (a cura di Cristina Acidini, Fernando Mazzocca, Francesco Parisi e Paola Refice), aperta fino al 29 giugno ai Musei San Domenico di Forlì. Più di 210 opere, riunite dalle più celebri collezioni di tutto il mondo, raccontano, attraverso l’autoritratto, la progressiva definizione della consapevolezza di sé degli artisti. E tutto passa – appunto – attraverso lo specchio che è più di un oggetto: è simbolo di riflessione, strumento di verità e talvolta inganno, ma soprattutto è il mezzo con cui l’artista si guarda, si descrive, si riscopre.

Il volto, la maschera, il selfie. L’autoritratto è sempre un sé e un altro da sé, fa notare Gianfranco Brunelli, direttore delle grandi mostre della Fondazione Cassa dei risparmi di Forlì. Partendo dal sublime ricordo del mito di Narciso che si specchia nella fonte, narrato da Ovidio nelle ’Metamorfosi’, la mostra procede esplorando appunto il tema del volto come espressione dell’anima, le opposte allegorie della vanità e della prudenza, poi ci fa conoscere l’artista come soggetto narrante nel suo ambiente di lavoro e talora capace di recitare con il suo volto, immaginandosi con una diversa personalità. Dall’antichità il percorso espositivo arriva fino al nostro tempo, presentando opere di autori eccellenti, Tintoretto e Bellini, Rembrandt e Tiziano, Lotto, Pontormo, Parmigianino, Lavinia Fontana e Sofonisba Anguissola, e poi De Chirico, Balla, Sironi, Munch, fino a ’The reflecting pool’ di Bill Viola, per concludere il viaggio con una suggestiva ambientazione dell’ ’Ebe’ di Antonio Canova, circondata da 18 superfici riflettenti che ne riverberano all’infinito la bellezza.

Se nei secoli passati il ritratto era uno strumento per affermare prestigio e identità, con l’età moderna diventa confessione, introspezione, a volte provocazione. La mostra è aperta tutti i giorni, dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 19, il sabato, la domenica e nei festivi fino alle 20. Info su www.mostremuseisandomenico.it

Stefano Marchetti