Suggestive formazioni carsiche simili a canyon custodiscono villaggi e splendide chiese affrescate. Dal 2005 è nato il Parco Naturale Regionale

L’altro mare della Puglia è l’incredibile anfiteatro di roccia delle gravine, formazioni carsiche simili a canyon che custodiscono interi villaggi...

di REDAZIONE FIRENZE
5 luglio 2025
L’altro mare della Puglia è l’incredibile anfiteatro di roccia delle gravine, formazioni carsiche simili a canyon che custodiscono interi villaggi...

L’altro mare della Puglia è l’incredibile anfiteatro di roccia delle gravine, formazioni carsiche simili a canyon che custodiscono interi villaggi...

L’altro mare della Puglia è l’incredibile anfiteatro di roccia delle gravine, formazioni carsiche simili a canyon che custodiscono interi villaggi e splendide chiese affrescate. Dal 2005 l’intera area è tutelata dal Parco Naturale Regionale Terra delle Gravine: 28mila ettari di incredibile bellezza incastonati tra l’altopiano della Murgia tarantina e il mar Ionio. Ne fanno parte 14 comuni (13 in provincia di Taranto e uno nel Brindisino).

E Laterza (TA) vanta la gravina più grande d’Europa: un gigantesco canyon di dieci chilometri, profondo in alcuni tratti oltre 200 metri, addolcito dalla macchia mediterranea. Non si contano le chiese rupestri, testimonianza preziosa di una devozione religiosa che risale all’Alto Medioevo (assai più antichi sono invece i primi stanziamenti umani). La gravina è tra l’altro visitabile attraverso una serie di sentieri (info su www.lipu.it/oasi-riserve/oasi-gravina-laterza). Ma Laterza è famosa anche per il suo pane, uno dei pochi in grado di competere con quello di Altamura: lo si riconosce dalla crosta spessa, il colore scuro e la tipica croce sulla crosta. Da Laterza a Mottola il passo è breve (una ventina di chilometri appena).

Il golfo di Taranto e le montagne dell’Alta Sila sono il premio per chi si arrampica in auto sul colle che conduce a questa deliziosa cittadina del Tarantino. Anche qui gravine, villaggi e chiese rupestri abbondano. Spettacolare la gravina di Petruscio, così chiamata per via dell’omonimo villaggio rupestre abbandonato nel Medioevo. E poi c’è la bellissima chiesa rupestre di San Nicola di Myra, nei pressi della masseria Casalrotto, ‘la Cappella Sistina delle chiese rupestri in Italia meridionale’. Il che lo si deve al bellissimo ciclo di affreschi che va grossomodo dal XI al XIV secolo. La chiesa rupestre di Sant’Angelo invece è un vero e proprio unicum tra quelle del meridione perché è scavata su due piani nella roccia. Ed è affrescata.

Sempre in provincia di Taranto, è consigliabile un giro a Massafra, che si erge sulle due sponde della gravina di San Marco, conta una quarantina di chiese e diversi itinerari alla scoperta degli insediamenti rupestri. Una delle più belle è quella ipogea della Candelora, ricca di dipinti, alcuni dei quali purtroppo deteriorati, raffiguranti immagini di santi e vergini col Bambino (XIII-XIV sec). Non meno suggestiva è la gravina di Palagianello (siamo ancora nel Tarantino), il più piccolo comune del Parco delle Gravine. E tuttavia lo spettacolo è garantito, e inizia con l’imponente Castello Stella Caracciolo per poi proseguire all’interno della colossale spaccatura. Il villaggio rupestre contiene decine di grotte, chiese e ulivi millenari.

Al confine con la Basilicata si trova Gravina in Puglia (siamo nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia), che deve il suo nome proprio alle gravine del territorio. Il paese, che oggi si affaccia sull’orlo di un burrone, è particolarmente suggestivo: alla classica visita in superficie, infatti, si affianca quella sotterranea, che contiene un incredibile reticolo di cunicoli, grotte, cantine e chiese rupestri.