Il percorso della Via Francigena continua oltre Roma. Fare tappa nei due borghi significa perdersi nella bellezza. Il Giardino di Ninfa: un’oasi botanica di rara magnificenza

La Via Francigena non si ferma a Roma, ma continua per portare i pellegrini nel Sud agli imbarchi verso la...

di PAOLO PELLEGRINI
4 maggio 2025
La Via Francigena non si ferma a Roma, ma continua per portare i pellegrini nel Sud agli imbarchi verso la...

La Via Francigena non si ferma a Roma, ma continua per portare i pellegrini nel Sud agli imbarchi verso la...

La Via Francigena non si ferma a Roma, ma continua per portare i pellegrini nel Sud agli imbarchi verso la Terrasanta. E dunque anche a sud della Città Eterna, lungo l’Autostrada del Medioevo fiorivano borghi che oggi incantano per il fascino intatto, da godere a piedi o in bicicletta. Una mappa, disponibile su dmofrancigenasudlazio.it, descrive un bel percorso a tappe.

La quarta arriva in due splendidi borghi. Il primo è Cori, cittadina antica su un poggio con un suggestivo fondale di monti a corona: da vedere il tempio di Ercole e l’Oratorio della Santissima Annunziata, il complesso di Sant’Oliva e il Tempio dei Dioscuri, da vivere in luglio canti contadini e musiche popolari sul lago di Giulianello, da gustare prosciutti, olio e vini.

In venti chilometri, passando per Norma, per l’abbazia di Valvisciolo, per la Valle dell’Usignolo e per un’altra chicca che vi racconto dopo, eccoci a Sermoneta. Inconfondibile, con il possente Castello Caetani che domina le case a cascata giù da una dolce collinetta. A proposito, indizio numero due per la chicca finale: Caetani, tenete bene a mente questo nome, fu la famiglia del papa Bonifacio VIII, ("sei tu già così ritto", l’apostrofò Dante nell’Inferno).

Borgo antico, villaggio altomedievale ricco di testimonianze storiche e artistiche dentro la cinta muraria chiusa da cinque porte; anche qui ci si perde tra le viuzze e le case in pietra del centro storico, ma non si può trascurare di soffermarsi nella Cattedrale di Santa Maria Assunta e nell’antica chiesa di San Michele Arcangelo, e poi merita uno sguardo la Loggia dei Mercanti con le sue arcate come pure il quattrocentesco Palazzo Comunale e la millenaria Sinagoga. Non si può perdere la Via delle Scalette fino al Belvedere, e neppure il vecchio Lavatoio e naturalmente il Castello con le sue Sale Pinte.

Ma già, c’era un’altra chicca. Di fascino incredibile. A 7 chilometri, poco distante dall’abbazia di Valvisciolo, ecco il Giardino di Ninfa. Era in origine un tempio pagano dedicato alla divinità delle acque sorgive, divenne città che fu proprietà dei Caetani, ma venne saccheggiata e distrutta; poi nel Cinquecento il cardinale Nicolò III Caetani, amante della botanica, volle creare a Ninfa un ’giardino delle delizie’: fece realizzare, accanto alla rocca medievale, un hortus conclusus, un giardino delimitato da mura con impianto regolare, coltivandovi pregiate varietà di agrumi. Oggi è un parco di bellezza spettacolare ed è un vero paradiso per gli amanti degli spazi verdi. Si visita su prenotazione: per avere ogni altra info, cliccare su giardinodininfa.eu