Ivrea, due universi custoditi all’interno della stessa città

Il centro storico è tutto da passeggiare e... assaggiare. Poi c’è il mondo Olivetti, Patrimonio Unesco dal 2018

di Redazione Itinerari
6 aprile 2025
La Fabbrica dei Mattoni Rossi nell'area ex Olivetti a Ivrea

La Fabbrica dei Mattoni Rossi nell'area ex Olivetti a Ivrea

Ivrea è una città che vanta due storie: una antica (è l’Eporedia fondata nel 100 a.C. dai Romani) e una recente, quella degli edifici costruiti tra il 1930 e il 1960 da Adriano Olivetti.

Città metropolitana di Torino, capoluogo del Canavese, riconosciuta nel 2018 dall’Unesco ’Città industriale del XX secolo’, si divide – di fatto – in ’Città antica’ e ’Città industriale’.

Iniziamo dalla prima, camminando nel centro storico, in via Palestro e via Arduino, e nelle piazze: piazza Carlo Freguglia, piazza Ottinetti, piazza di Città, piazza Vincenzo Gioberti, dove le pasticcerie ci tentano coi dolci tipici, i biscotti Eporediesi e la Torta 900. Arriviamo all’anfiteatro romano, della fine del I secolo d.C., che conteneva 10 -15mila persone e ospitava i giochi gladiatori, gli spettacoli di caccia e le esecuzioni. Oggi restano parte dei muri e dei cunicoli per gli animali da combattimento. In piazza Ottinetti, nell’antico Monastero di Santa Chiara, il Museo Civico Pier Alessandro Garda vanta tre importanti collezioni: quella archeologica, quella d’arte orientale, e la collezione Croff con quadri di varie epoche. Pochi minuti e siamo su un’altura, nella cattedrale di Santa Maria Assunta, sorta tra il IV e il V secolo sui resti di un tempio romano e ricostruita nel X secolo dal escovo Warmondo Arborio.

A Ivrea anche l’acqua ha una storia antica. Il Ponte Vecchio, romano, per secoli fu l’unico sul fiume Dora Baltea. Ebbe sorte peggiore il Pons Maior, a 10 arcate, lungo 150 metri, costruito nel I sec. d.C. e crollato poco dopo. Più recente è il Naviglio di Ivrea, realizzato a metà ‘500 per deviare le acque della Dora Baltea e irrigare le campagne canavesane e vercellesi. Infine il Castello, gioiello che domina la città, voluto nel 1358 da Amedeo VI di Savoia. Visitabile, dalle torri offre un panorama mozzafiato sulla città, il Canavese, l’imbocco della Valle d’Aosta e l’Anfiteatro Morenico.

Ed è qui che ci dirigiamo. E’ la zona dei Cinque Laghi della Serra d’Ivrea – una delle più belle del Canavese – ideale per gite a piedi, in bici o a cavallo, grazie ai sentieri che collegano i bacini morenici: San Michele a Ivrea, Campagna a Cascinette d’Ivrea, Sirio tra Ivrea e Chiaverano, Pistono a Montalto Dora e Nero tra Montalto Dora e Borgofranco d’Ivrea, tutti circondati da belle colline. Il Lago di Campagna è un’oasi di verde: dalle roccette del Castellazzo e lungo il sentiero che lo costeggia si gode una splendida vista sul Castello San Giuseppe, il Mombarone, la Serra e Chiaverano. Il più noto e grande è il Lago Sirio, balneabile, con due percorsi che portano all’Acquedotto Romano e alle ’Terre Ballerine’, una ex torbiera il cui terreno elastico ondeggia sotto i nostri passi.

Oltre alla città vecchia, c’è poi la città legata al mondo ’Olivetti’. Non parliamo solo di una grande azienda che produsse famose macchine da scrivere e rappresentò un pioneristico esempio nel mondo dell’informatica, ma anche di un esempio di architettura e urbanistica lungimirante. ’Ivrea, città industriale del XX secolo’ è dal 2018 Patrimonio Unesco, grazie proprio ad Adriano Olivetti, figlio di Camillo, fondatore della Ing. C.Olivetti & C, che volle, fra il 1930 e il 1960, un complesso di edifici progettato dai più famosi urbanisti italiani (come Luigi Figini e Gino Pollini, Annibale Fiocchi, Ottavio Cascio e Marcello Nizzoli).

Oggi i visitatori possono visitare un appartamento dell’Unità Residenziale Ovest, detta ’Talponia’, che ospitava dipendenti di passaggio, progettata nel 1968 da Roberto Gabetti e Aimaro Oreglia d’Isola, un complesso semicircolare di due piani, ai margini del parco di Villa Casana che ospita l’Archivio Storico Olivetti. Particolare è il Quarto ampliamento (1955-1958), o Nuova ICO, un edificio di 3 piani che incorpora la struttura delle Officine Meccaniche Olivetti (OMO), costruite dal 1898 al 1958: un primo edificio, la Fabbrica dei Mattoni Rossi, fu progettato da Camillo Olivetti. Che nel 1907 acquistò la Chiesa e Convento di San Bernardino, edificati nel ‘400 poi abbandonati, e donati dalla famiglia al Fai nel 2023.

Info: www.ivreacittaindustriale.it