Delizie in tavola da gustare con un calice

Dop, Doc e Igt: vini (e sapori) a denominazione 2 Docg (Colli Bolognesi Pignoletto e Romagna Albana), 19 Doc e 9 Igt: i vini dell’Emilia-Romagna stanno conquistando consensi, grazie a tecniche moderne in cantina e recuperando metodi tradizionali (vinificazione in cemento o anfora). Vini da degustare lungo ’Strade’ ricche di sapori: nel Piacentino, i tre salumi (Coppa, Pancetta e Salame), Grana Padano e Provolone si accompagnano a Ortrugo, Gutturnio, ma anche Barbera e Bonarda (il Piemonte è a due passi).

Una chicca? Vin Santo di Vigoleno. A Parma, la ’Food Valley’ coi ’Musei del Cibo’ (www.museidelcibo.it) mostra i muscoli con Prosciutto di Parma, Parmigiano Reggiano e Salame Felino, da degustare con Malvasia di Candia Aromatica. Sulla strada del Culatello non si può dire di no a un calice dell’autoctona Fortana del Taro.

Il viaggio lungo le Strade emiliane è ora anche una guida on line, ’L’Emilia dei 5 sensi’, appena presentata a Vinitaly (download: www.emiliawineexperience.it/5-sensi-emilia/). Reggio Emilia, terra di Lambrusco, vale il viaggio per le ’bollicine’ del bianco di Scandiano, da autoctona Spergola. A Comacchio, piccola Venezia, ci aspetta l’anguilla marinata, da abbinare ai ’vini delle sabbie’ della Doc Bosco Eliceo.

Infine la Romagna: lontan da lei… non si può star. Se ce ne fossimo dimenticati, ecco un ripasso: l’Albana vanta eleganti versioni Secco, il Sangiovese stupisce grazie alle 16 ’sottozone’ riunite nel marchio ’Rocche di Romagna’, apice della piramide qualitativa. Un progetto che esalta i ’terroir’, nobilitando anche gli autoctoni Centesimino (a Faenza) e Famoso (a Mercato Saraceno). A Rimini poi c’è la Rebola, che il consorzio di 15 produttori ne ha fatto prodotto identitario, con una bottiglia ad hoc, ’firmata’ proprio Rimini: un bianco che sta conquistando nuove generazioni di wine lovers.