Fonti del Clitunno, le acque limpide e smeraldine sacre ai Romani

Sorgenti pure alimentate da un sistema carsico danno vita a laghetti incantati, nel suggestivo paesaggio dell’Appennino umbro, fra salici piangenti e pioppi argentati

di CHIARA GIACOBELLI
23 maggio 2025
Il laghetto principale delle Fonti del Clitunno

Il laghetto principale delle Fonti del Clitunno

“Clitumnus uberrimus et candidus”. Con queste parole, Plinio il Giovane celebrava – nelle ’Epistole’ – le acque cristalline e feconde del Clitunno, in una delle più incantevoli oasi naturali dell’Umbria: le Fonti del Clitunno.

Situate nel cuore verde d’Italia, tra Spoleto e Foligno, nel comune di Campello sul Clitunno, rappresentano una riuscita sintesi di natura, storia e spiritualità, in un paesaggio che ha ispirato poeti, artisti, viaggiatori sin dall’antichità. Le Fonti del Clitunno sono una serie di sorgenti limpidissime che sgorgano ai piedi della montagna, alimentate da un sistema carsico che filtra l’acqua attraverso le rocce calcaree dell’Appennino umbro.

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Le acque emergono da profondità antiche, per poi raccogliersi in un piccolo lago dalle sfumature smeraldine, lambito da salici piangenti e pioppi argentati (dopo il sisma del 2016 lo smottamento del terreno ha determinato un abbassamento del livello del lago). Il paesaggio qui è di una quiete quasi sacrale, che restituisce il senso del genius loci: uno spirito del luogo sospeso nel tempo, dove l’anima può distendersi in contemplazione. Il Clitunno è un fiume breve ma celebre, affluente del Topino e quindi del Tevere. In epoca romana le sue acque erano ritenute sacre: si credeva che rendessero candidi i buoi in esse immersi destinati ai sacrifici.

Fonti del Clitunno
Fonti del Clitunno

Oggi l’area delle Fonti è protetta come parco naturale e offre percorsi di passeggiata lungo sentieri pianeggianti, adatti a ogni età e costellati da scorci idilliaci. Inoltre, ogni prima domenica del mese si tiene uno dei Mercati d’Antiquariato più grandi del centro Italia, che richiama turisti da ogni dove.

A breve distanza dalle sorgenti si erge un gioiello architettonico di rara bellezza: il Tempietto del Clitunno. Questo piccolo edificio sacro, iscritto tra i patrimoni Unesco dal 2011 come parte del sito seriale ’Longobardi in Italia: i luoghi del potere’, rappresenta una delle testimonianze più enigmatiche dell’arte tardoantica.

Il tempietto sito Unesco
Il Tempietto del Clitunno

Edificato tra il IV e il V secolo, fu probabilmente un luogo di culto pagano dedicato al dio Clitunno, poi cristianizzato. La facciata si presenta come un tempio romano in miniatura, con timpano e colonne corinzie, ma l’interno custodisce affreschi di ispirazione bizantina e simboli cristiani, in un’armonia perfetta tra mondi in transizione.

Non lontano dalle fonti e dal tempietto sorge il borgo di Campello sul Clitunno, su un’altura che domina la valle. Intorno al paese, caratterizzato da viuzze lastricate e case in pietra, si ergono antichi castelli medievali, come quello di Campello Alto, costruito intorno al X secolo come presidio longobardo, o quello di Pissignano, ancora circondato da possenti mura e immerso in un paesaggio bucolico, o infine quello di Acera, un tempo postazione di controllo.

Il borgo di Campello sul Clitunno - Crediti Umbria Tourism
Il borgo di Campello sul Clitunno - Crediti Umbria Tourism

Da questi poggi si godono bellissimi panorami sulla Valle Umbra e sulla dorsale appenninica. Visitare le Fonti del Clitunno significa entrare in un luogo che custodisce la memoria dell’Italia più autentica: una terra di acque sacre, pietre millenarie e silenzi carichi di poesia.